Le Chiese in Europa rilanciano l'impegno per il creato

Messaggio al termine del pellegrinaggio “verde” organizzato dal Ccee

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di Chiara Santomiero

ROMA, lunedì, 6 settembre 2010 (ZENIT.org).- Promuovere, attraverso la formazione, una conversione della mente e del cuore che motivi il cambiamento di radicati comportamenti umani: è il compito fondamentale indicato alle Chiese europee dal messaggio finale dei vescovi e delegati delle Conferenze episcopali d’Europa che hanno partecipato al pellegrinaggio per la salvaguardia del creato snodatosi dal 1° al 5 settembre attraverso Ungheria, Slovacchia e Austria per arrivare al santuario mariano di Mariazell.

“Chiesa in Europa: rinnova il tuo impegno per la salvaguardia del creato!”: questo è il titolo del messaggio che conclude e rilancia per il lavoro futuro l’iniziativa promossa dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) con l’obiettivo di compiere una riflessione comune sul tema indicato da Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace 2010 “Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato”.

Riportiamo i passaggi più importanti del testo insieme ai commenti rilasciati a ZENIT da alcuni dei vescovi partecipanti al pellegrinaggio.

Il cosmo dal caos

“La bontà, la bellezza e la fecondità del creato – afferma il messaggio – erano la prima vocazione dell’uomo, affidate a lui sulla fiducia”. Così come dal caos, reso ordinato dalla Parola di Dio, è scaturito il Cosmo – immagine proposta dal cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio per la giustizia e la pace, nel suo intervento ai partecipanti al pellegrinaggio – “così il Cosmo, senza la Parola di Dio, ci riporta nel caos”.

“Questo principio – prosegue il messaggio – trova eco nella vera etimologia della parola ‘ecologia’ che dà rilievo al principio di tenere la ‘oikos’, la ‘casa’- la nostra dimora terrena – in buon ordine”. “Come cristiani – ha affermato mons. Manuel da Silva Rodrigues Linda, vescovo ausiliare di Braga (Portogallo) e responsabile della Commissione per la pastorale sociale della Conferenza episcopale portoghese – si tratta di una verità di fede della quale dovremmo avere maggiore consapevolezza”.

“La conversione a mentalità ed atteggiamenti ecologici – ha proseguito da Silva – nasce da una conversione a Dio”. “Chi è Dio per me”: è da questa domanda che, secondo da Silva, occorre partire. “Il nostro è un Dio creatore, che vuole la vita delle sue creature e non vuole farle morire”.

“Quando diventeremo consapevoli che insieme a tutte le creature abitiamo la stessa dimora, una casa comune, non ci piacerà più vedere deturpazioni e guasti attorno a noi. Da qui comincia un cambio di mentalità che deve portare alla conversione del cuore. Coloro che pensano solo al profitto, non si incammineranno mai sulla strada della conversione”. “Sarebbe opportuno – ha concluso da Silva – che anche nella catechesi e nella predicazione domenicale sottolineassimo di più il concetto di Dio creatore”.

Ecologia della persona umana

Il messaggio finale del pellegrinaggio ricorda che “il libro della natura è uno e indivisibile. Il rispetto per l’ecologia della persona umana è integralmente connesso al rispetto per la creazione”. “Il pericolo del movimento ambientalista – commenta mons. Andrè-Joseph Léonard, arcivescovo di Malines Brussels (Belgio) e presidente della Conferenza episcopale belga – è dimenticare il posto centrale della persona umana, di preoccuparsi dell’avvenire di tutte le specie animali e lasciare da parte, talvolta, la persona umana”.

E’, invece, molto importante, secondo Léonard, “riunire in una unica preoccupazione l’ambiente naturale e la persona umana”. Si tratta di un tema che “unisce aspetti filosofi e teologici a profili scientifici per poi tradursi in atteggiamenti molto pratici”.

“Io stesso – ha raccontato l’arcivescovo di Malines Brussels – dopo aver partecipato ad incontri sul tema della salvaguardia del creato ho deciso di comprare un’auto ecologica, che consuma poco e ho imparato a stare attento a piccole cose che però hanno un grande impatto, come usare meno acqua o prendere il treno invece che l’auto e utilizzare di più la bicicletta”.

La questione del rispetto dell’ambiente va affrontato anche con riguardo alle strutture ecclesiastiche: “in Belgio – ha affermato Léonard – ci sono molte decisioni da prendere, nelle parrocchie, nei seminari, nelle chiese in merito al risparmio energetico”.

A tutti gli uomini di buona volontà

Il messaggio da Mariazell sottolinea la necessità del ricorso a fonti di energie alternative e l’accordo pacifico sull’uso delle risorse, in particolare dell’acqua. Ricorda i principi della dottrina sociale della Chiesa sulla solidarietà, la sussidiarietà e la giustizia distributiva, così come il dovere della preoccupazione verso le generazioni future.

La salvaguardia del creato deve diventare oggetto di una attenzione ecumenica; per questo il messaggio raccomanda una preghiera e un’azione comune delle chiese e delle comunità cristiane, a partire dall’invito dell’assemblea ecumenica di Sibiu del 2007 di utilizzare ogni anno il periodo tra il 1° settembre e il 4 ottobre, festa di S. Francesco, come un tempo particolare di preghiera e di sensibilizzazione sulla tematica ecologica.

“Si tratta – ha affermato il card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna e presidente della Conferenza episcopale austriaca – di un campo di collaborazione non solo ecumenica ma con ogni uomo di buona volontà”. Ci sono, infatti, “persone di altre religioni o anche senza alcun credo religioso che però nutrono un grande senso di responsabilità per il futuro, verso le prossime generazioni e per il bene comune che ci è stato dato nella creazione”.

“Se non è possibile condividere tutto – ha proseguito Schönborn – possiamo però fare molte attività insieme per la salvaguardia dell’ambiente. E’ questa la grande visione della Pacem in terris del beato papa Giovanni XXIII, che indirizzava il suo appello a tutti gli uomini di buona volontà”.

Seminare per il futuro

“Il ‘successo’ di iniziative come questo pellegrinaggio – ha affermato padre Duarte da Cunha, segretario generale del Ccee – non deve essere valutato secondo la logica del mondo, che esige dei risultati immediati. Il nostro lavoro vuole porre dei semi che porteranno frutti con la grazia di Dio e la responsabilità di tutti”.

“Nel messaggio conclusivo – ha proseguito da Cunha – così come dal complesso del confronto di questi giorni, emergono molte proposte. Si avverte soprattutto l’urgenza che le Chiese mantengano il livello della riflessione e dell’approfondimento sul rispetto del creato, non solo in chiave ambientalista ma della cura complessiva della vita”.

I risultati del pellegrinaggio saranno presentati all’assemblea plenaria del Ccee del prossimo mese di ottobre a Zagabria: “aspettiamo di sapere – ha concluso il segretario generale del Ccee – ciò che le Conferenze episcopali europee suggeriranno per continuare il cammino intrapreso”.

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ZENIT Staff

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