CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 6 settembre 2010 (ZENIT.org).- I mezzi di comunicazione hanno “trascurato o frainteso” il Messaggio che Benedetto XVI ha inviato ai giovani, motivo per il quale il direttore del quotidiano vaticano “L’Osservatore Romano” propone in un editoriale di prima pagina di leggere questo documento di “sapienza”.
Giovanni Maria Vian fa riferimento agli articoli pubblicati tra il 3 e il 5 settembre sul Messaggio papale per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù, che si celebrerà a Madrid nell’agosto 2011.
Molti hanno messo in bocca al Papa parole che non ha mai scritto.
Secondo alcuni titoli, il Vescovo di Roma avrebbe detto ai giovani che “Dio sta prima del posto fisso”, quasi a volerlo presentare come una persona alla quale importa poco della vita reale dei giovani, e men che meno delle loro difficoltà lavorative.
Questa stessa constatazione è stata espressa dal direttore del quotidiano “Avvenire”, Marco Tarquinio, che ha confessato: “Apriamo i quotidiani e restiamo storditi. Il messaggio del Papa viene spacciato come un invito alla precarietà”.
Il Pontefice parla invece del “lavoro come problema grande e pressante”, un dramma che, come denuncia il direttore di “Avvenire”, nelle cronache “scompare”.
Tarquinio si rivolge ai giornalisti per chiedere rispetto per i giovani e per ciò che il Papa ha scritto ed esorta: “la comprensione del testo, colleghi”.
Il Papa, come spiega il direttore de “L’Osservatore Romano”, questa domenica, in occasione dell’Angelus, ha presentato personalmente questo testo, una cosa poco abituale e che permette di comprendere l’importanza che gli attribuisce.
“Un testo finora trascurato o frainteso dai media – agenzie, televisioni, radio, giornali – e che invece presenta molti segni di quella sapienza che Benedetto XVI ha definito caratteristica soprattutto dell’insegnamento papale e descritto come combinazione di ‘fede e vita, verità e realtà concreta’”, indica Giovanni Maria Vian.
“Così, in una cultura ‘indecisa riguardo ai valori di fondo’ il Papa ha di nuovo presentato come risolutivo l’incontro con Gesù sostenuto dalla fede della Chiesa”, ricorda.
“Non ha senso ‘pretendere di eliminare Dio per far vivere l’uomo’”, spiega Vian sintetizzando il Messaggio papale, che definisce un “testo appassionato e fitto di testimonianze personali: dal ricordo della giornata di Sydney a quello lontano di una giovinezza asfissiata dalla dittatura nazista e desiderosa di superare la ‘normalità della vita borghese nell’incontro con Cristo’”.
“Quasi una lettera scritta con la passione inesauribile di una vita. E con la sapienza di chi davvero ha incontrato Gesù”, conclude.
Per scoprire la “sapienza” di questo Messaggio, come riconoscono ad ogni modo i direttori dei due quotidiani cattolici, bisogna leggerlo.