ROMA, lunedì, 6 settembre 2010 (ZENIT.org).- Per Stephen Hawking, il più famoso astrofisico britannico, non c’e’ posto per Dio nella creazione dell’Universo. La forza di gravità sarebbe alla base di un’autogenerazione del mondo dal nulla. Nel nuovo libro “The Grand design”, Hawking sostiene che le nuove teorie della fisica rendono superfluo il ruolo di un creatore per l’Universo. “La creazione spontanea e’ il motivo per cui c’e’ qualcosa e non il nulla, per cui l’universo esiste, per cui noi esistiamo”, ha scritto il sessantottenne docente di Cambridge, noto per le sue ricerche sulla gravità e i buchi neri.
In realtà, dicendo che basta l’energia per creare il mondo (cioè che basta la forza di gravità) non dice proprio niente di nuovo: l’aveva già detto Einstein, l’aveva accennato Newton, e c’era scritto addirittura nella Bibbia, in cui si legge che nel primo giorno della creazione Dio disse “fiat lux”, sia fatta la luce, cioè l’energia; le cose, le stelle venivano dopo, e nell’arretratezza dei tempi in cui fu scritta, era un’intuizione geniale.
Tutto ha origine dall’energia secondo Hawking, e probabilmente ha ragione; ma l’energia e le forze, chi ce le ha messe? Perché le forze “esistono”, sono dei dati di fatto.
E se si parla non solo di energia ma di “leggi” (la gravità) non è un assurdo pensare ad una legge -cioè qualcosa di organico e complesso, di ripetitivo e assoluto- che si crea per caso dal nulla? Che poi Hawking asserisca che Dio non ha creato il mondo per l’uomo, perché il cosmo è immenso, e se Dio voleva farlo per l’uomo doveva farlo più piccolo, mi sembra un allegro tentativo di immedesimarsi nella mente di Uno di cui addirittura nega l’esistenza: e come può Hawking immaginarsi cosa penserebbe uno che non esiste? Ma se esiste, magari Lui (Dio) ha fatto le cose in modo un po’ diverso da come la pensa un transeunte essere umano racchiuso in un pianetino legato ad un sistema di stelle che Lui (Dio) si è divertito (con amore, crediamo noi) a mettere insieme.
Hawking paragona la sua rivoluzione a quella fatta da Darwin, altro tifoso del “caso”, e anche lui smentito dalla presenza delle leggi: se tutto è caso, possiamo anche supporre che delle leggi (la gravità, l’entropia, la termodinamica) abbiano messo insieme per caso in miliardi di anni una mente intelligente, se non fosse che resta il dubbio irrisolto sull’origine delle leggi stesse: sono nate da sé? Ben strano quel caso che fa scaturire dal nulla delle leggi perfette.
E se le leggi che conosciamo oggi non sono nate da un creatore, sono anch’esse frutto della selezione tra tante leggi diverse? Dovremmo pensare allora che all’inizio esisteva oltre alla legge che fa attrarre le cose tra loro (la gravità), una che le respingeva, una che le mandava a zigzag, e solo la prima misteriosamente è rimasta a governare il mondo. Sembra un argomentare ridicolo, ma non vi sembra più ridicolo pensare che vostra moglie o vostro padre sia un nugolo di polvere tenuto insieme dal caso, formatosi per caso, e che l’amore che vi dimostra è solo un’interazione chimica (ma così perfetta che questo Caso merita davvero un premio Nobel!)?
Attenti allora a scherzare con l’origine delle cose, scegliendo strade semplicistiche: i maggiori scienziati, da Mendel a Galileo a Einstein, da Spallanzani (abate che inventò la fecondazione artificiale) allo scopritore del Big Bang (un gesuita belga) sono profondamente credenti: poveri illusi o gente che usa bene la ragione?
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* Il dottor Carlo Bellieni è Dirigente del Dipartimento Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico Universitario “Le Scotte” di Siena e membro della Pontificia Accademia Pro Vita.