CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 27 novembre 2008 (ZENIT.org).- Il Catholicos di Cilicia degli Armeni, Aram I, ha concluso la sua visita alla Santa Sede proponendo la celebrazione della Pasqua nella stessa data come segno di impegno ecumenico.
In una conferenza stampa concessa mercoledì pomeriggio nella sede della “Radio Vaticana”, il Patriarca ha confermato il suo impegno a progredire nel cammino verso la piena comunione tra tutti i cristiani.
“La celebrazione della Pasqua comune sarebbe un segno di unità visibile delle Chiese”, ha detto sottolineando che la scelta di una stessa data è possibile, perché “non ci sono particolari questioni dottrinali da superare ma solo problemi di calendario”.
La Chiesa cattolica e in genere i cristiani dell’Occidente calcolano la data di Pasqua sulla base del calendario gregoriano, riformato da Papa Gregorio XIII nel 1582, mentre gli orientali utilizzano l’antico calendario detto giuliano, stabilito da Giulio Cesare nell’anno 46 a.C.
Dal Concilio Vaticano II in poi, la Chiesa cattolica si è sempre dichiarata favorevole a ogni tentativo in grado di ristabilire la celebrazione comune di questa solennità religiosa, come è chiaramente espresso in Appendice alla Costituzione liturgica Sacrosanctum Concilium. E lo stesso Giovanni Paolo II ne fu uno strenuo promotore.
Inoltre, in occasione di un Colloquio ecumenico celebrato ad Aleppo, in Siria, nel mese di marzo del 1997, erano state avanzate alcune ipotesi al riguardo.
“Viviamo – ha detto Aram I – in un mondo dove le Chiese non possono rimanere indifferenti o in silenzio di fronte ai problemi, alle crisi. Dobbiamo agire insieme”.
“Le basi delle Chiese sono le stesse”, ha detto il Catholicos. Le Chiese sono guidate “dalla stessa fede in Gesù Cristo, dalla stessa visione, testimonianza e missione”.
“La rievagelizzazione delle comunità cristiane è di vitale importanza” perché viviamo in un’epoca segnata “dalla marginalizzazione della tradizione e della spiritualità cristiane”.
Il Vangelo, ha aggiunto, “deve penetrare in ogni famiglia, scuola e nella vita di ogni persona”.
Aram I ha quindi ricordato il dramma del massacro degli armeni compiuto dai turchi ottomani e avvenuto oltre 90 anni fa: “Il genocidio degli armeni è un fatto storico” che non ha bisogno di interpretazioni e definizioni.
“Il suo riconoscimento – ha sottolineato Aram I – è importante per prevenire un nuovo genocidio”.
Il Catholicos ha anche proposto di istituire una “Giornata di commemorazione dei comuni martiri cristiani”.
Rispondendo ad una domanda sul possibile ingresso della Turchia nell’Unione Europea, il Catholicos di Cilicia degli Armeni ha affermato che l’Europa è una “comunità di valori” che si sommano nella morale cristiana e che devono essere riconosciuti da chi aspiri ad entrarvi.