Cardinale Arinze: la pace, necessaria per il futuro dell'Africa

Vede con speranza il prossimo Sinodo speciale per questo continente

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CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 25 novembre 2008 (ZENIT.org).- Il Cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha sottolineato il bisogno di pace per il futuro dell’Africa in relazione al prossimo Sinodo speciale per il continente, che avrà luogo il prossimo anno a Roma sul tema “La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace”.

In un’intervista concessa a “L’Osservatore Romano”, il porporato nigeriano ha spiegato che in Africa “vi sono società pacifiche e nazioni democratiche”, ma “vi sono ancora troppe violenze tra gruppi etnici, massacri, corruzione”.

In questo senso, ha sottolineato che il tema del prossimo Sinodo è provvidenziale perché “c’è bisogno di più giustizia e di pace in Africa”.

“La Chiesa non ha una ricetta miracolosa per risolvere i problemi, tantomeno soluzioni politiche o economiche – ha riconosciuto –. Non è la sua missione: essa deve predicare il Vangelo, che comporta il rispetto dei diritti degli altri e la conversione del cuore”.

“Se il cuore viene convertito, gli armamenti cadono dalle mani dei belligeranti”, ha aggiunto.

Il porporato, che ha celebrato questo fine settimana i 50 anni della sua ordinazione sacerdotale, ha ricordato al quotidiano vaticano la propria esperienza come Arcivescovo della Diocesi di Onitsha durante la guerra civile che ha flagellato la Nigeria negli anni Sessanta del Novecento.

Quando è stato chiamato da Giovanni Paolo II per presiedere il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso nel 1984, ha sottolineato, si è mostrato disponibile ad andare dove il Papa lo stava chiamando anche se era “contento di essere Arcivescovo di Onitsha”.

“Sono stati anni certamente non monotoni”, ha confessato. “Quando la guerra toccò direttamente una parte dell’Arcidiocesi, mi occupai di trovare rifugio ai profughi e agli sfollati. Mi interessai di affidare queste persone alla cura di sacerdoti e cercai aiuti internazionali per risolvere il problema della mancanza di beni di prima necessità. Contattai diversi organismi e istituzioni. Fu un periodo fecondo di collaborazione con sacerdoti, religiosi e laici”.

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ZENIT Staff

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