L'insegnamento religioso favorisce la convivenza e il rispetto

Un Vescovo del Brasile commenta l’Accordo tra la Santa Sede e il Paese

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PETRÓPOLIS, martedì, 18 novembre 2008 (ZENIT.org).- Il Vescovo di Petrópolis (Rio de Janeiro), monsignor Filippo Santoro, sostiene che l’insegnamento religioso sia “un punto decisivo” nella “battaglia per una società composta da vari soggetti diversi che convivono e si rispettano”.

Il presule ha scritto ai fedeli venerdì scorso, il giorno dopo la firma dell’Accordo tra la Santa Sede e il Brasile, che definisce lo status giuridico della Chiesa cattolica nel Paese (cfr. ZENIT, 13 novembre 2008).

Per monsignor Santoro, tra i molti aspetti di “grande importanza” dell’Accordo spicca il riconoscimento dell’insegnamento religioso, sia quello cattolico che di altre confessioni religiose, nelle scuole pubbliche di base.

“Questa forma di insegnamento che possiamo definire ‘pluriconfessionale’ è pienamente in sintonia con quanto previsto dalla Costituzione Federale e dalla Legge di Direttrici e Basi di Educazione”, sostiene.

“E’ innegabile che l’insegnamento religioso non debba essere inteso come allusivo a una ‘religione generica’, aconfessionale, indefinita, visto che una ‘religione’ di questo tipo non esiste. Sarebbe una pura astrazione mentale, senza corrispondenza alla realtà della vita e della società umana”.

Se lo Stato volesse amministrare questa forma di insegnamento generica – ha aggiunto –, “questa sì che sarebbe contraria alla laicità dello Stato stesso, perché esso non possiede una religione propria, ma deve rispettare le forme religiose che si trovano nella società”.

Secondo il Vescovo di Petrópolis, l’insegnamento religioso “è sì confessionale, ma è allo stesso tempo pluralista, in quanto lo Stato offre agli alunni di tutti i credo gli insegnamenti religiosi specifici, in conformità con la loro identità di fede, ed è perfettamente democratico e laico, perché sarà amministrato solo a coloro che lo richiederanno in modo libero e facoltativo”.

“Si tratta di un insegnamento religioso inteso come area di conoscenza e non come catechesi o iniziazione, che è il compito delle denominazioni religiose”, spiega.

Monsignor Santoro sostiene che la tematica dell’insegnamento religioso “è un aspetto decisivo di questa battaglia per una società fatta di vari soggetti diversi che convivono e si rispettano”.

“I problemi legati alla violenza e al coinvolgimento dei minori nel mondo del traffico e del crimine dipendono, tra le altre cose, dalla mancanza di una formazione, di un’identità, di una visione di vita che educhi al rispetto di sé e degli altri”, ha concluso.

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ZENIT Staff

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