CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 17 novembre 2008 (ZENIT.org).- Con l’Hiv/Aids serve “una maggiore leadership”, ha dichiarato il Cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, presidente di Caritas Internationalis, in occasione della Giornata Mondiale dell’Aids 2008, il prossimo 1° dicembre.
Ricordando che quest’anno si celebra il 20° anniversario della Giornata, il porporato ha affermato che “continua ad essere necessaria una maggiore leadership per quanto riguarda l’Hiv”, che “nonostante siano stati compiuti alcuni progressi continua ad essere il maggiore ostacolo per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio”.
La pandemia, ha ricordato, “provoca una sofferenza umana incalcolabile” e “minaccia l’infrastruttura sociale ed economica della famiglia umana”.
Per questo, ha riconosciuto, di fronte a questo flagello “bisogna fare di più”.
Nel 2009, ha sottolineato, “i bambini saranno un elemento chiave per la Caritas”.
Se attualmente un terzo degli adulti che hanno bisogno dei medicinali antiretrovirali per prolungare la propria vita e migliorarne le condizioni li sta ricevendo, “solo il 15% dei bambini con l’Hiv ottiene queste medicine essenziali”.
“Molti muoiono prima del loro secondo compleanno”, ha denunciato il presidente di Caritas Internationalis, Arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras).
Di fronte a questa tragica realtà, “le imprese farmaceutiche e i Governi devono dimostrare una leadership sviluppando formule pediatriche per l’Hiv e migliorando la realizzazione delle prove”.
Quanto all’azione della Caritas, il Cardinale ricorda l’impegno “per evitare che si perdano altre vite di bambini vulnerabili”.
Nel 20° anniversario della Giornata Mondiale dell’Aids, il porporato si è detto “immensamente orgoglioso della leadership di Caritas Internationalis, dei suoi 162 membri e delle controparti cattoliche nella risposta alla pandemia dell’Hiv”.
“Insieme forniremo gran parte dell’attenzione all’Hiv nei Paesi in via di sviluppo – ha aggiunto -. Incideremo a tutti i livelli per porre fine alla discriminazione e perché si elaborino politiche che tengano conto delle necessità dei più vulnerabili alla pandemia”.
“Parte essenziale del ‘capitale’ di una persona povera è la sua buona salute – ha concluso -. Continueremo a impegnarci per aumentare questo patrimonio”.