Difendete la vita e la famiglia e l’amore di Dio scenderà su di voi

Il Cardinale Antonelli ai Centri di Aiuto alla Vita riuniti a Montecatini

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di Antonio Gaspari

MONTECATINI, domenica, 16 novembre 2008 (ZENIT.org).- Vita e famiglia sono i valori su cui si costruisce la civiltà dell’amore. Chi li difende si riempie di Spirito Santo e trasmette l’amore di Dio a fratelli e sorelle.

Così il Cardinale Ennio Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha spiegato questa domenica il progetto di civiltà cristiana ai partecipanti del XXVIII convegno nazionale dei Centri di Aiuto alla Vita (CAV), riuniti a Montecatini.

“L’amore di Dio arriva agli uomini attraverso lo Spirito Santo – ha precisato il porporato -. Compito nostro è quello di accoglierlo con fede e portarlo agli altri attraverso le opere di carità”.

“Si tratta dell’amore verso il prossimo – ha affermato il Cardinale Antonelli – una pratica che voi conoscete bene”.

Secondo il Presidente del Pontificio Consiglio, “in questo modo si trasmette l’amore di Dio, facendo la sua volontà, accettando di impegnarsi per il vero bene anche con sacrificio”.

Nella sua omelia il Cardinale ha trattato anche la vicenda di Eluana Englaro che “viene condannata a morire di fame e di sete perché vive in uno stato vegetativo da molti anni. Speriamo che all’ultimo momento ci sa un ripensamento e che l’ideologia non oscuri del tutto le coscienze”.

“Eluana è in stato vegetativo ma non è un vegetale, è una persona dormiente – ha continuato –. La persona anche quando è addormentata o disabile conserva tutta la sua dignità. La persona vale per se stessa e non per quello che produce e consuma o per il piacere e le soddisfazione che procura agli altri”.

“Questo siamo chiamati a testimoniare anche con sacrificio – ha aggiunto –. Occorre un impegno intelligente, generoso e perseverante a favore della vita: impegno culturale, giuridico e politico ma anche impegno concreto di testimonianza personale e di servizio alla vita specie quando è più debole”.

“Tante parole sono state dette e scritte sul caso di Eluana – ha proseguito il porporato –. Le più belle e persuasive mi sembrano quelle delle suore della clinica di Lecco che da 14 anni la assistono con tanto amore: ‘Se c’è chi la considera morta, lasci che Eluana rimanga con noi che la sentiamo viva… lasciateci la libertà di amare e donarci a chi è debole’”.

“Mi sembra – ha concluso il Cardinale Antonelli – di avvertire un prolungamento dell’appello di Madre Teresa: ‘non uccidete i bambini con l’aborto. Se non li volete dateli a me!”.

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ZENIT Staff

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