Un convegno analizza l'antropologia teologica di San Camillo

Per l’inaugurazione dell’anno accademico del Camillianum

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ROMA, mercoledì, 12 novembre 2008 (ZENIT.org).- Un convegno sul tema “Vulnerabili, bisognosi e capaci di cura: l’antropologia teologica di San Camillo” inaugurerà giovedì 20 novembre l’anno accademico 2008/2009 del Camillianum (Istituto Internazionale di Teologia Pastorale Sanitaria) di Roma.

Il convegno verrà moderato dal prof. Adriano Pessina e vedrà l’introduzione di p. Luciano Sandrin m.i. e l’intervento della dott.ssa Palma Sgreccia (“Vulnerabili, bisognosi e capaci di cura”), del prof. Pierangelo Sequeri (“Disabili e abili nell’esperienza del ‘Dio affidabile’) e di p. José Michel Favi, m.i. (“S. Camillo teologo della premura di Dio”).

Per la cultura contemporanea, spiega un comunicato del Camillianum inviato a ZENIT, “spesso la dignità umana è legata all’essere liberi, uguali e indipendenti, ma più realisticamente la nostra nobiltà è di tipo superiore, è la dignità di un vivente mortale e vulnerabile”.

I bisogni umani includono “in modo profondo il bisogno e la capacità di cura”, perché la nostra autosufficienza “non è puramente attiva”, radicandosi anche “nel bisogno e nella passività”.

Per questo motivo, occorre essere consapevoli del fatto che “viviamo all’interno di una rete di relazioni e di cure e che dovremmo rinunciare alle richieste di onnipotenza, alla finzione dell’indipendenza e quella della perfezione, occultando i bisogni asimmetrici”.

Allo stesso modo, è importante “imparare a considerare il bisogno che ci lega alle cose materiali non come un fatto imbarazzante ed umiliante, ma come una parte della specifica forma di dignità che è propria di un essere umano”.

In questo contesto spicca l’esempio di San Camillo de Lellis, che dava molta importanza alla cura, nella quale sottolineava che bisogna essere “’come una madre’, con la sua capacità calda di confortare avendo il ‘cuore nelle mani’, cioè con la sua fine premura che non solo si occupa di qualcuno, ma si preoccupa per qualcuno”.

La cura di Camillo, “calda premura”, ha anche il significato di preambula fidei, perché mentre conforta aiuta a conoscere Dio.

La sollecitudine di San Camillo verso i malati e i sofferenti “non parla il linguaggio di una ragione forte, ma ugualmente comporta un appello alla ragionevolezza della fede in Dio Misericordioso, mentre sottolinea l’antropologia della vulnerabilità e della cura”.

La scuola teologica del Santo si nutre quindi “della varietà delle pieghe esistenziali, apre lo spazio per l’ulteriorità, per accogliere il grande racconto che si compie nell’eschaton, attraverso l’intelligenza della sua sollecitudine, propria di un ‘Doctor premuris‘”.

L’inaugurazione dell’anno accademico del Camillianum proseguirà alle ore 15.00, con la Santa Messa officiata da monsignor Elio Sgreccia.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione