CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 11 novembre 2008 (ZENIT.org).- Quali devono essere le caratteristiche della pastorale con i bambini ammalati? E’ la domanda alla quale cercherà di rispondere la XXIII Conferenza Internazionale sul tema “La Pastorale nella cura dei Bambini malati”, promossa dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute).
L’evento, che si terrà nei giorni 13, 14 e 15 novembre in Vaticano, è stato presentato questo martedì mattina nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede in una conferenza alla quale è intervenuto anche il Cardinale Javier Lozano Barragán, presidente del dicastero organizzatore.
Nel mondo, ha denunciato il Cardinale, ci sono milioni di bambini che soffrono: nel decennio scorso più di 2 milioni sono stati uccisi nel corso di conflitti armati, 6 milioni sono rimasti invalidi, decine di migliaia sono stati mutilati dalle mine antiuomo e di recente sono stati reclutati 300.000 bambini soldato
“Oltre 4 milioni e 300 mila bambini sono morti di AIDS, ogni giorno, solo in Africa, settemila sono colpiti dal virus, e si contano già in oltre 14 milioni gli orfani a causa di questa malattia”, ha aggiunto.
Il 30% dei bambini con meno di cinque anni soffre la fame o è malnutrito, mentre il 50% di tutta la popolazione dell’Africa sub-sahariana non ha accesso all’acqua potabile.
La causa principale delle malattie dell’infanzia resta la povertà, visto che un miliardo e duecento milioni di persone vivono con meno di un dollaro al giorno. Perfino nei Paesi più ricchi, un bambino su sei vive sotto il livello di povertà.
Quest’ultima, ha proseguito il porporato, causa anche un precoce accesso al mondo del lavoro: in tutto il mondo sono infatti 250 milioni i bambini al di sotto dei 15 anni che lavorano, e tra questi circa 60 milioni lo fanno in condizioni di pericolo.
“Secondo l’Organizzazione Mondiale del Lavoro, 120 milioni di bambini e bambine, tra i 5 e i 14 anni, lavorano a tempo pieno, molti per 6 giorni alla settimana e alcuni perfino 7, spesso obbligati a farlo rinchiusi in locali privi di aerazione, male illuminati e con guardie armate per evitare che fuggano”, ha spiegato Lozano Barragán.
Anche nei Paesi ricchi la situazione non è rosea: “molti bambini e adolescenti sono abbandonati a se stessi e ai loro istinti” e l’ambiente in cui vivono è dominato da Internet e dalla televisione, sui cui contenuti spesso non ci sono controlli.
Molte famiglie, inoltre, “hanno rinunciato al loro dovere educativo”: “lavorano e non hanno mai tempo per i figli. Non danno loro amore o cure, non intessono una comunicazione personale, non si preoccupano di formare la loro coscienza morale, insegnando a distinguere ciò che è buono da ciò che è cattivo”.
Allo stesso modo, spesso “l’educazione scolastica si riduce ad una mera informazione, rinunciando all’autentica formazione giacché prevale la norma della ‘non-direttività’, in quanto si ritiene che la norma danneggi i diritti dei bambini all’auto-determinazione”.
In queste circostanze, diventa particolarmente “stimolante” pensare a come debba configurarsi la pastorale nella cura dei bambini malati.
La XXIII Conferenza Internazionale, ha osservato il Cardinale, cercherà di rispondere al quesito procedendo con un ordine basato su tre elementi: “situazione, riflessione, azione”.
Nella prima parte ci si porranno domande sulla realtà e sull’origine delle malattie infantili, iniziando con la storia delle cure dei bambini malati nel mondo, la demografia della popolazione infantile e la sua mortalità e studiando le principali affezioni che colpiscono i piccoli, per poi valutare se la globalizzazione costituisca un’opportunità o un rischio i bimbi malati.
Nella “Riflessione” ci si chiederà cosa dicono la Sacra Scrittura e i Padri della Chiesa sulla cura dei bambini, quali sono state queste cure nel corso della storia della Chiesa e qual è stata la testimonianza dei Santi che hanno consacrato la loro vita alla cura dell’infanzia ammalata, proseguendo con un dialogo sulle grandi religioni ed esaminando la posizione della post-modernità in relazione ai bambini malati.
Nella parte dedicata all’“Azione” ci si chiederà infine di che tipo di catechesi e formazione nella fede c’è bisogno per far fronte a questa grave problematica, come procedere a livello sacramentale con questi bambini e come adoperare le scienze psicologiche in questa cura, studiando la funzione dei mezzi di comunicazione sociale, della famiglia e delle realtà ecclesiali.
I vari temi verranno sviluppati da 41 specialisti provenienti da vari Paesi.
“Tutto il nostro studio riceverà una illuminazione definitiva dalla parola di Sua Santità Benedetto XVI, il cui Magistero sarà il culmine di tutti nostri sforzi per conferire un orientamento di valore su come condurre una pastorale efficace nella cura dei bambini infermi”, ha concluso il Cardinale.