Arcivescovo Sleiman: Obama difenda i diritti delle minoranze in Iraq

“Bisogna esercitare pressioni sul Governo iracheno”

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BAGHDAD, martedì, 11 novembre 2008 (ZENIT.org).- L’Arcivescovo Jean Sleiman di Baghdad ha esortato il Presidente eletto degli Stati Uniti, Barack Obama, a fare della protezione dei diritti delle minoranze in Iraq una priorità.

Un comunicato dell’associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) ricevuto da ZENIT ricorda che il presule ha espresso la sua preoccupazione per il fatto che i diritti dei cristiani e delle altre minoranze religiose siano sempre più messi da parte in una lotta per il potere tra i politici.

I commenti del carmelitano libanese arrivano dopo nuove dichiarazioni su un coinvolgimento politico negli attacchi dell’ultimo mese contro i cristiani di Mosul e l’annuncio da parte del Parlamento iracheno di una riduzione consistente dei seggi riservati alle minoranze nelle prossime elezioni provinciali.

Monsignor Sleiman ha affermato in un’intervista rilasciata ad ACS che “è molto importante che gli Stati Uniti aiutino a difendere i diritti delle minoranze in Iraq”.

“Bisogna esercitare pressioni sul Governo iracheno perché siano rispettati i diritti non solo dei cristiani, ma di tutte le minoranze”.

“Spero che gli Stati Uniti incoraggino l’Iraq a migliorare e a diventare un Paese in cui la regola della legge viene rispettata, c’è uguaglianza e i diritti umani sono alla base della Costituzione”, ha aggiunto.

Il Vescovo ha parlato di come i cristiani abbiano un disperato bisogno di sicurezza a Mosul, dove più di 1.500 persone sono tornate dopo alcune settimane trascorse nei campi di sfollati o in altre sistemazioni temporanee.

Il numero è ridotto rispetto ai 15.000 o più che sono fuggiti dalla città il mese sorso dopo l’escalation di violenze e intimidazioni.

L’Arcivescovo ha sottolineato che i cristiani sono stati sfruttati da alcuni gruppi politici, che si pensano si siano accordati per mandare via i fedeli da Mosul. “I partiti politici non sono preoccupati per i diritti delle minoranze – ha denunciato –. Pensano più alle loro strategie”.

I commenti del presule riflettono una dichiarazione congiunta emessa il mese scorso dai Vescovi iracheni, che nel testo affermano che i tragici eventi di Mosul sono “parte di un piano politico” che punta alla “divisione e alla frammentazione del Paese”.

Il 3 novembre scorso, il Parlamento iracheno ha deciso di assegnare solo sei seggi alle minoranze nelle elezioni provinciali che si svolgeranno il 31 gennaio 2009. Di questi, appena tre sono riservati ai cristiani, una percentuale minima sul numero totale di 400.

In Iraq, ha spiegato l’Arcivescovo Sleiman, pochi – compresi i cristiani – si aspettano cambiamenti significativi con la nuova Presidenza americana.

“Non percepisco un vero entusiasmo per Obama – ha rivelato –. La gente qui pensa che un cambiamento di Presidente non porterà a un cambio di strategia – forse di stile”.

“Un giornale arabo online ha pubblicato un articolo dal titolo ‘Bush non era un selvaggio e Obama non sarà un angelo’. Penso che significhi che il giornale crede che Bush non fosse cattivo come alcuni dicono e che Obama non sarà buono come pensa la gente”.

“Le persone non sanno cosa pensare di Obama – ha concluso il presule –. La sua figura carismatica e la sua vittoria hanno colpito tutti, ma la maggior parte della gente aspetterà per vedere gli sviluppi della situazione”.

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ZENIT Staff

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