Incontro ebraico-cattolico in Ungheria per ripartire dai giovani

Intervista al Segretario della Commissione per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo

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di Viktoria Somogyi

ROMA, giovedì, 6 novembre 2008 (ZENIT.org).- Dal 9 e il 12 novembre prossimo si terrà a Budapest, in Ungheria, un incontro organizzato dalla Commissione della Santa Sede per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo e dall’International Jewish Committee on Interreligious Consultations incentrato sul tema: “La società civile e la religione, prospettive cattoliche ed ebraiche”.

Si tratta del secondo Congresso internazionale di questo genere che ha luogo nell’Europa dell’Est, dopo quello tenutosi a Praga nel 1990, ed ha come finalità quelle di coinvolgere le future generazioni nel dialogo interreligioso e di promuovere la collaborazione tra cattolici, ebrei ed ortodossi.

Per saperne di più, ZENIT ha intervistato padre Norbert Hofmann, Segretario della Commissione per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo.

Nella preparazione di questo congresso di Budapest quali sono state le priorità?

Padre N. Hofmann: Per la seconda volta stiamo organizzando un convegno di alto livello in un paese del Europa dell’Est. Nel 1990 c’è stato un incontro a Praga. A Budapest vive una grande comunità di ebrei quindi la scelta è stata fatta da noi e anche dagli ebrei. C’è un’altra cosa molto importante nella preparazione del convegno: prima del convegno ufficiale ci incontriamo con 6 ragazzi cattolici e 6 ragazzi ebrei per trascorrere insieme un fine settimana. Andiamo insieme in una sinagoga e in una chiesa per partecipare a una messa cattolica. Così vogliamo coinvolgere nella preparazione le future generazioni. Un altro aspetto importante nella scelta di Budapest per il convegno è vedere come si svolge il dialogo con gli ebrei in questo contesto dell’Europa dell’Est.

Il tema del congresso è La società civile e la religione, prospettive cattoliche ed ebraiche”. Può riassumerci le prospettive cattoliche al riguardo?

Padre N. Hofmann: Noi siamo religiosi quindi per noi la fede sta al centro del dialogo. Un aspetto della società attuale è la secolarizzazione che influisce sulla vita religiosa degli ebrei e sulla nostra: come affrontare questo fatto della secolarizzazione? Poi c’è anche la necessità di coinvolgere i musulmani. L’anno prossimo vogliamo organizzare un incontro a cui saranno presenti anche i musulmani. Tutti i religiosi devono unirsi per un dialogo autentico religioso e per affrontare le sfide di questa società.

Quali possono essere i punti di convergenza tra le due parti?

Padre N. Hofmann: Un punto di convergenza è l’importanza della religione e di trovare la propria identità. I cattolici non devono sviluppare la propria identità nella sacrestia ma nella vita sociale e pubblica. Quindi, ebrei e cattolici possono collaborare, abbiamo tanti valori in comune. Per esempio i dieci comandamenti sono una base comune. Oppure la necessità di aiutare i poveri e quelli che vivono ai margini della società. Ci sono tanti valori che si possano realizzare insieme.

Che aspettative avete per questo evento?

Padre N. Hofmann: Le aspettative sono generalmente di approfondire l’amicizia tra ebrei e cattolici a livello internazionale, di progredire e di approfondire il nostro dialogo. Per esempio adesso per la prima volta un rabbino ha parlato al Sinodo. Questo per me è un passo importante. Poi dobbiamo sviluppare quest’attività coinvolgendo la futura generazione e anche collaborare con le Chiese ortodosse perché sono presenti nei paesi dell’Europa dell’Est. Per esempio per la prima volta verrà come partecipante un rappresentante del Patriarchato di Costantinopoli della Chiesa Ortodossa. Inoltre, in futuro dobbiamo collaborare più intensamente con la Chiesa Ortodossa. Quindi cattolici, ortodossi e ebrei.

Si è appena concluso il Sinodo sulla Parola di Dio. In che modo quest’assemblea influirà sull’incontro in Ungheria?

Padre N. Hofmann: Come diceva il Cardinale Kasper: la Parola di Dio come Parola rivelata da Dio ha importanza per gli ebrei e anche per i cattolici. Quindi, servirà a sviluppare di più gli studi della Bibbia e ad aver maggior contatto con la Bibbia. Questo sarebbe un punto importante e da realizzare tra ebrei e cattolici.

Quali sono le particolarità del dialogo ebraico-cattolico nel contesto dell’Est europeo?

Padre N. Hofmann: Diciamo che gli ebrei nei paesi dell’Europa dell’Est hanno sofferto una situazione particolare sotto il regime dei comunisti. Quindi la loro identità dipendeva da questo fatto storico. Adesso, dopo l’apertura, devono ritrovare una nuova identità. Poi anche noi cattolici dobbiamo vivere all’interno di un contesto diverso e dialogare con gli ebrei. Però l’Ungheria per me è un esempio. A Budapest, infatti, c’è una buona convivenza tra ebrei e cattolici. Vogliamo vedere come vanno i rapporti in altri paesi dell’Europa dell’Est. Così abbiamo anche invitato l’Arcivescovo di Mosca. Ci sarà un Vescovo dalla Polonia e uno dalla Belorussia. Vogliamo vedere come possiamo progredire in questo dialogo nei paesi dell’Europa dell’Est.

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ZENIT Staff

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