ROMA, giovedì, 6 novembre 2008 (ZENIT.org).- Monsignor Pius Jin Peixian, uno degli ultimi grandi Vescovi della generazione che ha fatto spiccare la Chiesa cattolica in Cina, è morto all’età di 84 anni, riporta “Eglises d’Asie”, l’agenzia delle Missioni Estere di Parigi (EDA).
L’Arcivescovo di Shenyang, nel Liaoning, provincia del nord-est della Cina continentale, è morto il 4 novembre a 84 anni. Soffriva da vari anni di un cancro ai reni e si è spento in ospedale dopo vari giorni di coma. I suoi funerali verranno celebrati l’8 novembre nella Cattedrale del Sacro Cuore a Shenyang.
Comunicando il decesso, la Diocesi di Liaoning descrive monsignor Jin come “un buon pastore” che “ha servito le necessità spirituali del suo popolo durante tutta la sua vita”, un sacerdote guidato dalla “fiducia in Dio e l’amore per la Chiesa”.
La vita e l’operato di monsignor Jin, uomo discreto e moderato, sono stati caratterizzati da un delicato equilibrio tra “la sua lealtà nei confronti del Papa e la sua accettazione dell’identità nazionale” cinese, afferma Anthony Lam Sui-ki, membro del centro studi dello Spirito Santo della Diocesi di Hong Kong.
Vescovo “ufficiale” di Shenyang dal 1989, monsignor Jin si è preoccupato di ricevere l’approvazione del Papa al suo mandato episcopale prima di essere ordinato Vescovo in modo effettivo. Nel 2006 anche il suo successore, monsignor Paul Pei Junmin, ha cercato di ricevere il mandato pontificio prima di accettare ufficialmente l’episcopato.
Il 29 giugno scorso, nella solennità dei Santi Pietro e Paolo, monsignor Jin si è ritirato, passando il testimone a monsignor Pei, fino a quel momento suo coadiutore.
Monsignor Jin Peixian si è sempre preoccupato di rafforzare il senso di appartenenza alla Chiesa universale nei suoi sacerdoti, ha sottolineato Anthony Lam.
Allo stesso modo, ha vegliato per rafforzare la formazione sia accademica che spirituale dei seminaristi, dei sacerdoti, dei religiosi e dei laici nel Liaoning.
E’ stato uno dei primi Vescovi a ottenere dalle autorità il permesso di inviare alcuni dei suoi sacerdoti e religiosi in formazione all’estero. Ha anche voluto dare alle chiese, e soprattutto alla Cattedrale, visibilità nelle città della sua provincia.
Negli ultimi anni, infine, si rammaricava di non aver fatto abbastanza per avvicinare la comunità “clandestina” e quella “ufficiale”, che in alcune regioni implicano inutili duplicazioni di lavoro pastorale.
Nato il 16 marzo 1924 in una famiglia cattolica, monsignor Jin ha seguito l’itinerario allora normale di formazione nel seminario minore, nel 1936, e poi nel maggiore. I suoi superiori lo inviarono quindi a Shenyang, Changchun, Pechino e Hong-Kong.
Ordinato sacerdote a Shanghai nel 1951, iniziò il suo ministero in una Cina già controllata dai comunisti. Nominato docente in un istituto di Pechino, lavorò poi come contabile in una fabbrica dal 1952 al 1955, quando tornò a Fushun, dove esercitò il suo ministero sacerdotale in una parrocchia, ma nel 1957 venne denunciato per posizioni “di destra” a causa di un’assemblea di cattolici. Nel 1958 venne condannato a dieci anni di prigione per “crimini controrivoluzionari”.
Nel 1968, una volta liberato, venne inviato nelle zone rurali nel contesto della “riforma per il lavoro”. Fino al 1980 non tornò a Fushun, dove poté poi esercitare nuovamente il suo ministero sacerdotale. Il 21 maggio 1989 era stato ordinato Vescovo. Era anche vicepresidente della Conferenza Episcopale “ufficiale” della Chiesa cattolica in Cina.
La Diocesi di Liaoning ha oggi 110.000 cattolici, assistiti da 80 sacerdoti e 180 religiose.