Ringraziamento di un rabbino a Pio XII

Lettera del rabbino Zaoui al Papa nel 1944

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di Anita S. Bourdin

ROMA, mercoledì, 5 novembre 2008 (ZENIT.org).- Un rabbino francese ringrazia Pio XII e i sacerdoti cattolici per l’aiuto prestato agli ebrei perseguitati durante la Shoah.

La lettera del rabbino André Zaoui, cappellano, capitano del corpo di spedizione francese, indirizzata a Pio XII il 22 giugno 1944, è tra i documenti più interessanti dell’esposizione sulla biografia di Pio XII presentata il 3 novembre in Vaticano.

Il documento è ancora più importante visto che l’esposizione non cerca di dire qualcosa sui gesti, le azioni e le parole di Pio XII a favore degli ebrei perseguitati, ma di tracciare l’itinerario di Papa Eugenio Pacelli dall’infanzia fino alla morte nel 1958, cinquant’anni fa.

La mostra presenta gli aspetti della sua personalità: il suo amore per gli animali (lo si vede fotografato con un uccellino e con degli agnelli), l’interesse per tutte le invenzioni moderne (il suo rasoio elettrico e la macchina da scrivere, la sua presenza sulle onde della “Radio Vaticana”), la preoccupazione costante per i più disagiati (i materassi posti fin sulle scale del Palazzo Apostolico o a Castelgandolfo per accogliere i rifugiati della Seconda Guerra Mondiale, senza distinzioni), l’amore per le arti (e il fatto che salvò molte opere d’arte durante il conflitto, o il concerto dell’Orchestra Filarmonica di Israele, il 25 maggio 1955, in segno di gratitudine per la sua opera a favore degli ebrei perseguitati durante la guerra), i suoi interventi durante il conflitto, la sua attività diplomatica, ecc.

Il rabbino Zaoui ricorda di aver potuto assistere a un’udienza pubblica del Papa “il 6 giugno 1944, alle 12.20”, con “numerosi ufficiali e soldati alleati”.

Menziona anche la sua visita all’Istituto Pio XI, “che protesse per più di sei mesi circa sessanta bambini ebrei, tra cui alcuni piccoli rifugiati francesi”.

Dice di essere stato colpito dalla “sollecitudine paterna di tutti i maestri” e cita questa frase del prefetto degli studi: “Non abbiamo fatto altro che il nostro dovere”.

L’8 giugno 1944, il rabbino Zaoui ha partecipato a un altro evento: la riapertura della sinagoga di Roma, chiusa dai nazisti nell’ottobre 1943.

Segnala anche la presenza di un sacerdote francese, padre Benoît, “fuggito dalla Francia”, che si dedicò “al servizio delle famiglie ebraiche di Roma”. Il rabbino ricorda queste parole del presbitero e la profonda impressione che fecero sull’assemblea che lo acclamò: “Amo gli ebrei con tutto il cuore”. Queste parole gli ricordano quelle di Pio XI, che disse: “Noi siamo spiritualmente semiti”.

André Zaoui esprime il suo riconoscimento dicendo che “Israele non dimenticherà mai”. La sua lettera è riprodotta nel catalogo dell’esposizione, pubblicato sotto l’autorità del Pontificio Comitato di Scienze Storiche (“L’uomo e il pontificato 1876-1958”, “L’uomo e il pontificato 1876-1958”, 238 pagine, Libreria Editrice Vaticana, pag. 157).

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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