In Portogallo occorre proporre un “cristianesimo di autenticità”

Secondo il presidente della Conferenza Episcopale Portoghese

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LISBONA, mercoledì, 5 novembre 2008 (ZENIT.org).- Di fronte alla realtà di un Portogallo “meno cristiano”, la Chiesa dovrà proporre un “cristianesimo di autenticità, radicalismo e fedeltà”, ha affermato il presidente della Conferenza Episcopale Portoghese (CEP).

Monsignor Jorge Ortiga, Arcivescovo di Braga, ha ribadito in alcune dichiarazioni all’agenzia Ecclesia la preoccupazione che ha manifestato un anno fa, poco prima della visita ad limina apostolorum, relativa al fatto di percepire un Paese “meno cristiano” rispetto al passato, “anche se esistono ancora molti sintomi di religiosità popolare”.

Secondo il presule, la Chiesa “dovrà lavorare un po’ meglio per proporre il messaggio cristiano con un’altra eloquenza e un’altra capacità di convinzione”.

Circa l’aspetto pastorale, monsignor Ortiga ha commentato che “nell’era della globalizzazione dobbiamo essere sempre attenti a percorrere le vie del mondo odierno per una pastorale di risposta ai problemi, e non per una pastorale tradizionale”.

L’Arcivescovo di Braga riconosce che “il mondo attraversa una crisi dai contorni universali, in cui la nostra società non è un’eccezione”.

“Nonostante questo – ha confessato –, cercando nel nostro contesto specifico e assumendo responsabilità concrete, credo che ci troviamo in una società con intenzioni buone e interessanti, ma i risultati sono ancora poco significativi”.

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ZENIT Staff

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