Il Papa: nessuna opposizione tra Creazione e scienze empiriche

Udienza di Benedetto XVI alla Pontificia Accademia delle Scienze

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CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 31 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Il cosmo non è un sistema caotico, ma un ordine fondato su delle regole interne, in cui è possibile leggere, attraverso le scienze empiriche, la presenza di un Creatore, ha detto questo venerdì Benedetto XVI.

E’ questo in sintesi quanto ha affermato il Papa nel ricevere i partecipanti alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze, in corso in Vaticano fino al 4 novembre e incentrata sul tema: “Approcci scientifici sull’evoluzione dell’universo e della vita”.

La scelta del tema sin inquadra bene nelle celebrazioni galileiane per l’anno dedicato all’astronomia e negli anniversari darwiniani – i 200 anni della nascita di Charles Darwin e il 150° anniversario della pubblicazione di “Le origini delle specie” – che ricorreranno nel 2009.

Nel suo indirizzo di saluto il professor Nicola Cabibbo, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, ha parlato dei passi avanti compiuti dalla scienza negli ultimi anni nell’ambito delle ricerche sulle “particelle che costituiscono gli elementi costitutivi alla base di tutti i tipi di materia” e nelle “tecniche d’osservazione”, tanto che “i cosmologi cominciano ora a scrutare al di là dei confini posti dal Bing Bang”.

“I risultati di questi studi scientifici – ha continuato –, che sono ampiamente interdisciplinari, arricchiscono in modo considerevole le nostre conoscenze della realtà naturale, ma sollevano anche degli interrogativi”.

“Questi ultimi riguardano, per esempio, un presunto ‘multiuniverso’, la natura della materia scura o l’energia scura che causa l’accelerazione, scoperta da poco, dell’espansione dell’universo”, ha detto confessando di attendere con ansia i risultati del Large Hadron Collider nei Laboratori di Ginevra del Cern.

Allo stesso modo, ha continuato, “nelle scienze della vita una più esatta conoscenza delle informazioni contenute nel materiale genetico e i recenti progressi nell’analisi e nella comparazione dei genomi di differenti specie hanno accresciuto la nostra comprensione dei processi che sottendono l’evoluzione della vita”.

Parlando in inglese, il Papa ha tenuto a precisare che vi puo’ essere armonia tra creazionismo ed evoluzionismo, tra Rivelazione cristiana e lettura scientifica e che la “provvidenziale sapienza” all’origine del cosmo e del suo sviluppo non limita la creazione all’inizio della storia del mondo e della vita.

“I miei predecessori – ha detto – , Pio XII e Giovanni Paolo II, hanno osservato che non vi è alcuna opposizione tra la comprensione della creazione data dalla fede e la prova offerta dalle scienze empiriche”.

In un’ottica di fede, leggere l’evoluzione è come “leggere un libro” – ha continuato richiamando l’immagine utilizzata da Galileo Galilei – “la cui storia, la cui evoluzione, il cui ‘essere scritto’ ed il cui significato, noi ‘leggiamo’ in base ai diversi approcci delle scienze”.

“Nonostante gli elementi irrazionali, caotici e distruttivi rilevabili nel lungo processo di cambiamento nel cosmo, la materia in quanto tale è ‘leggibile’. È una costruzione interna ‘matematica’”, ha continuato.

“La mente umana – ha poi spiegato – può pertanto impegnarsi non solo in una ‘cosmografia’, studiando i fenomeni misurabili, ma anche in una ‘cosmologia’, cioè discernendo la logica interna visibile del cosmo”.

“Potremmo non essere all’inizio in grado – ha ammesso il Papa – di cogliere sia l’armonia nel suo complesso sia nelle relazioni delle singole parti, o il loro rapporto rispetto a tutto l’insieme”.

Tuttavia, ha sottolineato Benedetto XVI, i rapporti che l’uomo nel corso dei secoli ha saputo cogliere e descrivere dimostrano che la ricerca sperimentale e filosofica sa scoprire “gradualmente questi ordini, li percepisce lavorando per mantenerli in essere, per difendersi dagli squilibri e superare gli ostacoli”.

“La verità scientifica – ha concluso ricordando un intervento di Giovanni Paolo II del 2003 – , che è di per sé una partecipazione alla verità divina, può aiutare la filosofia e la teologia a comprendere ancor più pienamente la persona umana e la Rivelazione di Dio sull’uomo, una rivelazione che è stata completata e perfezionata in Gesù Cristo”.

 

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ZENIT Staff

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