CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 31 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Durante l’inaugurazione dell’anno accademico delle Università pontificie ed ecclesiastiche di Roma, Benedetto XVI ha chiesto questo giovedì pomeriggio agli studenti universitari di non cercare la sapienza “di questo mondo”, secondo criteri umani, ma la vera sapienza che viene da Dio.
Dopo una Messa celebrata nella Basilica di San Pietro, presieduta dal Cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, il Papa ha rivolto ai presenti un discorso in cui ha sottolineato che la ricerca della “sapienza divina” non si oppone alla conoscenza umana, ma è una questione di atteggiamento.
La sapienza “di questo mondo”, ha spiegato il Papa, è “un modo di vivere e di vedere le cose prescindendo da Dio e seguendo le opinioni dominanti, secondo i criteri del successo e del potere”.
La “sapienza divina”, invece, “consiste nel seguire la mente di Cristo – è Cristo che ci apre gli occhi del cuore per seguire la strada della verità e dell’amore”.
Questa contrapposizione, presentata da San Paolo, “non è da identificare con la differenza tra la teologia, da una parte, e la filosofia e le scienze, dall’altra”.
Ciò che l’Apostolo denuncia è “il veleno della falsa sapienza, che è l’orgoglio umano. Non è infatti la conoscenza in sé che può far male, ma la presunzione, il ‘vantarsi’ di ciò che si è arrivati – o si presume di essere arrivati – a conoscere”.
San Paolo, ha aggiunto il Santo Padre, “non vuole affatto condurre a sottovalutare l’impegno umano necessario per la conoscenza, ma si pone su un altro piano: a Paolo interessa sottolineare – e lo fa senza mezzi termini – che cosa vale realmente per la salvezza e che cosa invece può recare divisione e rovina”.
Ciò che l’Apostolo combatte, ha ribadito il Pontefice, è “un tipo di superbia intellettuale, in cui l’uomo, pur sapendo molto, perde la sensibilità per la verità e la disponibilità ad aprirsi alla novità dell’agire divino”.
“Questo non è un atteggiamento anti-intellettuale, non è opposizione alla ‘recta ratio‘”, ha spiegato.
Il Vescovo di Roma ha quindi invitato gli studenti a considerare “la formazione spirituale secondo il pensiero di Cristo”, “fondamentale” e “prospettiva” dei loro studi.
“Per conoscere e comprendere le cose spirituali bisogna essere uomini e donne spirituali, poiché se si è carnali, si ricade inevitabilmente nella stoltezza, anche se magari si studia molto e si diventa ‘dotti’ e ‘sottili ragionatori di questo mondo'”, ha aggiunto.
“Rimanendo fedeli a quel Gesù che Maria ci offre, al Cristo che la Chiesa ci presenta, possiamo impegnarci intensamente nel lavoro intellettuale, interiormente liberi dalla tentazione dell’orgoglio e vantandoci sempre e solo nel Signore”, ha concluso.