A Mosul rimangono appena 500 cristiani

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MOSUL, martedì, 21 ottobre 2008 (ZENIT.org).- I cristiani di Mosul, la seconda città dell’Iraq, si sono ridotti ad appena 500 dopo l’ondata di persecuzioni che ha colpito una delle più antiche comunità cristiane del mondo.

Gli ultimi resoconti dal nord dell’Iraq ricevuti da Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), ricorda un comunicato di questa associazione ricevuto da ZENIT, mostrano che i cristiani stanno ancora lasciando Mosul, portando il numero degli sfollati nell’ultimo mese a quasi 10.000.

Ci sono stati anche quindici morti, la distruzione di cinque case e una campagna di intimidazione per costringere le persone a scegliere tra la conversione all’islam e l’essere uccise.

I Ministri del Governo di Baghdad hanno ammesso un crollo della sicurezza a Mosul, commentando la situazione durante un incontro con i cristiani sfollati nel villaggio di Bartella, vicino alla città.

Nel frattempo, si è scatenata una guerra di commenti tra il Governo regionale curdo con base a Erbil e quello di Baghdad, ognuno dei quali accusa l’altro della violenza a Mosul.

Erbil afferma che gli estremisti fedeli a Baghdad sono colpevoli, mentre le autorità arabe sottolineano che la gran parte degli attentati ha avuto luogo nella zona occidentale della città, sotto controllo curdo.

In questa drammatica situazione, Aiuto alla Chiesa che Soffre sta fornendo cibo, coperte e medicinali per un valore di 30.000 dollari ai villaggi cristiani, soprattutto nella valle di Ninive.

Una crisi umanitaria è stata evitata almeno in parte grazie ai cristiani che vivono nei villaggi e stanno aprendo la porta delle proprie case agli sfollati.

Allo stesso modo, sono stati aperti per fornire alloggi d’emergenza sale parrocchiali, scuole, centri pastorali e altri edifici.

P. Bashar Warda, che guida le operazioni di soccorso, ha ringraziato ACS dicendo che ciò che l’associazione ha fornito “è un aiuto reale. Il vostro sostegno e le vostre preghiere danno davvero speranza al nostro popolo in un momento in cui si sente molto vulnerabile”.

Prima della caduta di Saddam Hussein, ricorda il comunicato di ACS, a Mosul c’erano 25.000 cristiani.

Direttamente sotto la Santa Sede, Aiuto alla Chiesa che Soffre sostiene i fedeli ovunque siano perseguitati, oppressi o con esigenze pastorali. ACS è un’associazione caritativa cattolica che aiuta a portare Cristo nel mondo attraverso la preghiera, l’informazione e l’azione.

Fondata nel 1947 dal monaco premonstratense Werenfried van Straaten, l’organizzazione lavora in circa 140 Paesi del mondo, intraprendendo ogni anno migliaia di progetti per provvedere al trasporto del clero e dei lavoratori laici della Chiesa, alla costruzione di chiese, al sostentamento di sacerdoti e religiose e alla formazione dei seminaristi.

Pubblica anche la Bibbia del Fanciullo, che dal lancio dell’iniziativa nel 1979 ha visto distribuire in tutto il mondo 45 milioni di Bibbie.

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ZENIT Staff

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