Il Sinodo del “come”, non del “che”

Accordo di fondo, ora bisogna arrivare a proposte concrete

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di Jesús Colina

CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 16 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Dopo la serie di interventi dei Padri sinodali di fronte alla congregazione generale, uno degli uditori ha sintetizzato un parere condiviso tra i presenti: nel Sinodo della Parola la questione è il “come”, non il “che”.

Tra i partecipanti c’è infatti un accordo totale sulla questione di fondo: la Parola è molto più della Bibbia, è Cristo stesso, tesoro incalcolabile della Chiesa. Come ha affermato l’uditore, Ricardo Grzona, bisogna ora comprendere “come” fare perché diventi la vita delle persone.

Anche una delle poche questioni che hanno provocato una certa tensione questa settimana, il rapporto tra esegeti e teologi, tra esegeti e Vescovi e tra esegeti e Popolo di Dio, ha trovato una risposta condivisa: la teologia e il Magistero hanno bisogno degli esegeti e questi hanno bisogno della teologia e del Magistero. La risposta sta nella complementarietà e nella comunione.

Questo giovedì, i Padri sinodali hanno lavorato, divisi in gruppi linguistici di circa 22 persone ciascuno, per poter presentare proposte concrete che rispondano al “come”.

Grzona, presidente della Fondazione Ramón Pané, con sede nell’Honduras, è intervenuto davanti all’assemblea come portavoce dei milioni di catechisti del mondo.

“Dalla visione della catechesi, si comprende che, nel tema sulla Bibbia, il ‘che’ è molto chiaro. I catechisti si aspettano che questo Sinodo offra vie concrete per il ‘come’ portare avanti questo compito”, ha affermato Grzona, consultore cattolico delle Società Bibliche Unite (Stati Uniti d’America).

L’uditore ha chiesto all’assemblea di “avere delle linee guida concrete, pensando soprattutto alla maggioranza di queste persone che vivono immerse nella cultura mediatica e che leggono sempre meno e di pensare di sostenere tutte le iniziative nel campo dei nuovi mezzi di comunicazione”.

“Abbiamo notato che nella catechesi si insegna di più a pregare (come recitare le preghiere) che a orare davvero in risposta a Dio che comunica se stesso anzitutto con la sua Parola. C’è ancora tanta strada da fare a proposito del tema della preghiera e occorre che tutte le nostre strutture, a cominciare dalla catechesi, siano vere scuole di preghiera”, ha detto il consultore, il cui intervento ha suscitato uno dei rari applausi generali dell’assemblea.

In particolare, Grzona si è riferito a una delle proposte più ripetute finora da questo Sinodo, la Lectio Divina, per spiegare come questa pratica si stia promuovendo su Internet tra i giovani.

Si tratta del progetto “Lectionautas”, (http://lectionautas.com), al quale hanno già aderito più di 300.000 giovani.

Questo venerdì è prevista la consegna delle proposte dei gruppi di lavoro alla segreteria generale del Sinodo. Sarà la base, che poi verrà unificata e votata, per raccogliere i frutti che l’assemblea presenterà al Papa.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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