Il Cardinal Bertone cerca di far scoprire la Bibbia ai giovani

Intervenendo al Sinodo dei Vescovi

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CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 14 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Il Cardinale Tarcisio Bertone, S.D.B., ha preso la parola questo martedì davanti al Sinodo per riflettere su come i giovani possano scoprire la Bibbia.

Il Segretario di Stato si è fatto portavoce di Benedetto XVI per esprimere una profonda convinzione del Papa: “Nel Libro Sacro debitamente incontrato, la fede giovanile trova un orientamento indispensabile (bussola), avendo per altro attenta cura che l’incontro con la Bibbia diventi un incontro con Cristo”.

“Presa a sé stante, la Bibbia non riesce a suscitare agli occhi di un giovane, tanto più se nella prima adolescenza, una particolare attrazione ed affezione”, ha constatato.

“Si registra cioè una sostanziale indifferenza per una fede comunicata tramite la Sacra Scrittura, rispetto invece alla testimonianza di una persona credente, indifferenza che si accompagna ad un notevole tasso di ignoranza e soprattutto alla difficoltà di avvertirne il valore vitale”.

Citando lo studio “La religiosità in Italia” (Mondadori, Milano 1995), il porporato ha spiegato che tra quanti non hanno praticamente mai un contatto personale con la Bibbia (l’80% delle persone) il numero più elevato si riscontra nella fascia degli adolescenti, tra i 14 e i 19 anni.

Solo il 13% ritiene che se “uno crede in Dio deve leggere e meditare la Bibbia o altri testi sacri”, mettendo tale lettura all’undicesimo posto su sedici item; il 7% poi realizza “il pregare leggendo, meditando la Bibbia o altri testi religiosi”, ha affermato citando lo studio.

“Tuttavia, si nota in tanti di questi ragazzi una sorprendente disponibilità verso la Bibbia quando la sintonia si raggiunge non tanto, almeno all’inizio, per l’autorevolezza di una pagina biblica detta Parola di Dio, ma per degli adulti che li accostano come educatori pazienti e testimoni credibili del personaggio più grande che è la figura di Gesù, di persone insomma che quando dicono Parola di Dio, la mostrano nella loro vita”.

“Se l’adulto, da educatore-amico, riesce a farsi aprire la porta del cuore del giovane, allora la Scrittura si propone come un dono che porta con sé tutte le qualità della Parola di Dio secondo la codificazione biblica, con una peculiare caratterizzazione a riguardo dell’anima giovanile”.

“Così il giovane crescerà ed apprezzerà il protagonismo dei giovani nella Bibbia e in specie nei Vangeli; metterà Gesù nel suo ‘diario dell’anima’ (abbiamo tanti esempi nei diari dei giovani); apprezzerà anche tutte le immagini sportive presenti nella Bibbia con originali applicazioni alla vita virtuosa””, come quella che presenta in un libro Michel Quoist.

Il porporato ha quindi ricordato un incontro del Papa con i giovani il 6 aprile 2006, che “stupì un po’ tutti per la chiarezza ed insieme per la carica di convinzione sicura del Papa” nel presentare ai giovani la Parola.

“Cari giovani, vi esorto ad acquistare dimestichezza con la Bibbia, a tenerla a portata di mano, perché sia per voi come una bussola che indica la strada da seguire”, ha detto il Vescovo di Roma in quell’occasione.

Da quel discorso del Papa, secondo il Cardinal Bertone, “dobbiamo imparare questi tre elementi: leggere in colloquio personale con il Signore; leggere accompagnati da maestri che hanno l’esperienza della fede, che sono entrati nella Sacra Scrittura; leggere nella grande compagnia della Chiesa, nella cui Liturgia questi avvenimenti diventano sempre di nuovo presenti, nella quale il Signore parla adesso con noi, così che man mano entriamo sempre più nella Sacra Scrittura, nella quale Dio parla realmente con noi, oggi”.

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ZENIT Staff

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