Benedetto XVI: in Italia, “segnali di un clima nuovo”

Nell’incontro con i partecipanti all’Assemblea generale della CEI

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di Mirko Testa

CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 29 maggio 2008 (ZENIT.org).- In Italia, nonostante l’impasse economica e la crisi di sfiducia a livello della popolazione, si cominciano a registrare segnali di distensione e di dialogo costruttivo ai vertici del Paese, ha detto questo giovedì Benedetto XVI.

E’ quanto è emerso in alcuni passaggi del discorso che il Papa ha rivolto questo giovedì mattina ai Vescovi italiani, ricevuti in udienza in Vaticano, in occasione della 58.ma Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI).

Tracciando una quadro complessivo della situazione nazionale il Papa ha sottolineato che “l’Italia ha bisogno di uscire da un periodo difficile, nel quale è sembrato affievolirsi il dinamismo economico e sociale, è diminuita la fiducia nel futuro ed è cresciuto invece il senso di insicurezza per le condizioni di povertà di tante famiglie”.

L’analisi fatta dal Papa si riflette nel rapporto Istat del 2008, nel quale si evidenzia come l’aumento della materie prime ed il blocco dei salari pesi soprattutto sulle famiglie spingendole sulla soglia della povertà, tanto che il 15 % dichiara di arrivare con difficoltà alla fine del mese.

Partendo da questo contesto, tuttavia, il Papa ha detto di avvertire “con particolare gioia i segnali di un clima nuovo, più fiducioso e più costruttivo”.

“Esso – ha aggiunto – è legato al profilarsi di rapporti più sereni tra le forze politiche e le istituzioni, in virtù di una percezione più viva delle responsabilità comuni per il futuro della Nazione”.

“E’ diffuso infatti il desiderio di riprendere il cammino – ha osservato –, di affrontare e risolvere insieme almeno i problemi più urgenti e più gravi, di dare avvio a una nuova stagione di crescita economica ma anche civile e morale”.

Tuttavia, il Pontefice ha tenuto a precisare che “questo clima ha bisogno di consolidarsi e potrebbe presto svanire, se non trovasse riscontro in qualche risultato concreto”.

Si tratta infatti di “una risorsa preziosa, che è compito di ciascuno, secondo il proprio ruolo e le proprie responsabilità, salvaguardare e rafforzare”.

Rivolgendosi direttamente ai Vescovi li ha quindi incoraggiati a fornire uno “specifico contributo affinché l’Italia conosca una stagione di progresso e di concordia, mettendo a frutto quelle energie e quegli impulsi che scaturiscono dalla sua grande storia cristiana”.

Ma ancora più urgente, ha quindi proseguito, rimane “il problema fondamentale dell’uomo di oggi resta il problema di Dio”, perché “nessun altro problema umano e sociale potrà essere davvero risolto se Dio non ritorna al centro della nostra vita”.

“Soltanto così – ha concluso –, attraverso l’incontro con il Dio vivente, sorgente di quella speranza che ci cambia di dentro e che non delude, è possibile ritrovare una forte e sicura fiducia nella vita e dare consistenza e vigore ai nostri progetti di bene”.

Precedentemente, il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della CEI, nell’indirizzo di saluto rivolto al Papa, aveva affermato che i Vescovi italiani, “consapevoli dei problemi e delle speranze della gente”, hanno “il dovere di dare voce rispettosa e chiara, come Pastori che amano non solo le loro Comunità ma tutti, la società intera”.

“Per questo la nostra attenzione pastorale alle questioni etiche non si dissocia mai dalle questioni sociali e viceversa”, ha aggiunto, nell’intendo di contribuire alla “costruzione di una società compiutamente umana”.

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ZENIT Staff

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