Discorso di Benedetto XVI alla delegazione della Bulgaria

In occasione delle celebrazioni in onore dei Santi Cirillo e Metodio

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 25 maggio 2008 (ZENIT.org).- In occasione delle celebrazioni in onore dei Santi Cirillo e Metodio, Benedetto XVI ha ricevuto sabato mattina il signor Ivajlo Kalfin, Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri della Repubblica di Bulgaria, insieme a una delegazione, rivolgendo loro questo saluto.

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Onorevoli Membri del Governo e distinte Autorità,

venerati Fratelli Rappresentanti

della Chiesa Ortodossa e della Chiesa Cattolica!

Come ogni anno, ho il piacere di rivolgere un cordiale benvenuto a tutti voi, membri della Delegazione ufficiale bulgara, venuti a Roma in occasione della festa dei Santi Cirillo e Metodio, venerati sia in Oriente che in Occidente. La memoria liturgica di questi due santi Fratelli riveste per la Bulgaria un alto valore simbolico e costituisce, al tempo stesso, un importante evento culturale. Il loro ricordo stimola infatti nei credenti, sia ortodossi che cattolici, il vivo desiderio di offrire al Paese una significativa spinta ad approfondire il ricco patrimonio cristiano, le cui origini risalgono proprio all’infaticabile iniziativa dei due grandi evangelizzatori provenienti da Tessalonica. Segno di tale comune impegno è la composizione della vostra Delegazione, guidata dal Vice Primo Ministro e costituita da rappresentanti delle diverse Chiese ed Istituzioni culturali presenti in Terra bulgara.

All’opera di evangelizzazione, attuata con ardore apostolico dai santi Cirillo e Metodio nel territorio abitato da popoli slavi, occorre continuare a guardare ancor oggi, perché costituisce un modello di inculturazione della fede, nei suoi elementi essenziali, pure nell’epoca postmoderna. Il Vangelo, infatti, non indebolisce quanto di autentico si trova nelle diverse tradizioni culturali, ma aiuta l’uomo di tutti i tempi a riconoscere e a realizzare il bene autentico, illuminato dallo splendore della verità. Compito pertanto dei cristiani è di mantenere e rinsaldare l’intrinseco legame esistente tra il Vangelo, la missione dei discepoli di Cristo e la loro rispettiva identità culturale. Riscoprire le radici cristiane è importante per contribuire a costruire una società in cui siano presenti i valori spirituali e culturali che scaturiscono dal Vangelo. Valori e ideali che si alimentano di un’incessante unione con Dio, come dimostra l’esistenza dei santi Cirillo e Metodio, costanti tessitori di rapporti di mutua conoscenza e cordialità tra popoli diversi e tra culture e tradizioni ecclesiali differenti. Ho voluto ricordarlo nella mia Enciclica Spe salvi: Se siamo in relazione con Colui che non muore, che è la Vita stessa e lo stesso Amore, allora siamo nella vita, possiamo stringere rapporti di solidarietà autentica con il prossimo (cfr n. 27).

Auspico di cuore che questo nostro incontro possa essere per voi tutti, qui presenti, e per le realtà ecclesiali e civili che rappresentate motivo di sempre più intensi rapporti fraterni e solidali. Il Signore benedica il vostro caro Paese e tutti i suoi cittadini.

[© Copyright 2008 – Libreria Editrice Vaticana]

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ZENIT Staff

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