Concerto a Roma per il 120° anniversario della nascita di Padre Pio

ROMA, lunedì, 28 maggio 2007 (ZENIT.org).- Il 25 maggio si è tenuto a Roma, nella chiesa romana di Santa Maria in Traspontina, il concerto per il 120° anniversario della nascita di San Pio da Pietrelcina.

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Intervenendo nel corso della serata monsignor Lorenzo Leuzzi, Direttore dell’Ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma, ha sottolineato che in un periodo in cui “tutto corre” la celebrazione eucaristica è per ciascuno di noi “il momento in cui il tempo si ferma”, perché “Dio entra nel tempo”.

Nel suo discorso, intervallato dall’esibizione di Gianluca Giganti – primo violoncello dell’Orchestra Sinfonica di Roma –, che ha eseguito musiche di Johann Sebastian Bach, monsignor Leuzzi ha affermato che ricordare Padre Pio, la cui caratteristica principale era “la capacità di vivere intensamente” l’esperienza eucaristica, vuol dire capire come anche noi “possiamo vivere l’Eucaristia come lui”.

Ricordando come l’Eucaristia fosse l’appuntamento principale della giornata del santo cappuccino, monsignor Leuzzi ha suggerito di chiederci quale è l’appuntamento più importante della nostra giornata e se anche per noi l’Eucaristia ha quella valenza fondamentale che aveva per Padre Pio.

Il Direttore dell’Ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma ha osservato che spesso non ci prepariamo alla celebrazione eucaristica, che diventa solo “una delle tante cose che si fanno di domenica”.

L’Eucaristia, invece, richiede una profonda preparazione perché rappresenta anche il tempo del nostro riposo: “Dio ha voluto l’Eucaristia perché l’uomo potesse riposare con il Figlio suo, che donando la sua vita ci trasforma e ci rende veramente coscienti del tempo”, ha constatato.

Senza il riposo, ha proseguito, l’uomo non sarà mai capace di “ripartire giorno per giorno”, e la monotonia che spesso caratterizza la nostra vita dipende proprio dal fatto che non conosciamo il riposo.

Solo con Gesù Cristo e in Lui, ha aggiunto, l’uomo può essere protagonista degli ideali della propria vita, e per questo motivo l’Eucaristia deve diventare “il momento più bello della nostra giornata e di ogni domenica”.

Monsignor Leuzzi ha poi ricordato la Casa Sollievo della Sofferenza, struttura sanitaria creata da Padre Pio nel 1956 a San Giovanni Rotondo (Foggia), sottolineando come possa stupire che uomini dediti alla preghiera e alla contemplazione possano a volte realizzare grandi opere come questa.

Chi vive l’Eucaristia come la viveva San Pio, del resto, “è capace di aprire orizzonti nuovi ai fratelli”, ha spiegato Leuzzi, cioè sa “orientare il cammino e rendere capaci i fratelli di quell’autonomia che li può portare a vivere la propria esperienza”.

“Oggi c’è bisogno di persone che vivendo l’Eucaristia sappiano indicare nuove vie ai fratelli”, vie “che permettano di riposare” e “prospettive nuove che solo Dio può suggerirci”, ha constatato.

A questo proposito, monsignor Leuzzi ha sottolineato che gli universitari hanno una responsabilità sempre maggiore, perché questa esperienza “passa attraverso l’impegno della ricerca e dello studio”.

“C’è bisogno di uomini e donne che non solo raggiungano titoli accademici, ma che sappiano testimoniare la sapienza in mezzo a noi”, ha concluso.

Padre Pio – al secolo Francesco Forgione – nacque a Pietrelcina, in provincia di Benevento, il 25 maggio 1887. Nel 1903 vestì il saio, prendendo il nome di fra’ Pio. Nel 1907 emise i voti solenni, e tre anni dopo venne ordinato sacerdote. Nel 1916 arrivò a San Giovanni Rotondo, dove rimase fino alla morte, sopravvenuta il 23 settembre 1968. Nel 1918 ha ricevuto le stimmate.

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ZENIT Staff

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