CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 20 maggio 2007 (ZENIT.org).- “Inaccettabili”: così Benedetto XVI definisce i contenuti mediatici violenti, antisociali o che degradano la sessualità, sottolineando la loro gravità per l’influenza che esercitano sull’educazione.
In piazza San Pietro, decine di migliaia di fedeli hanno accolto questa denuncia con un forte applauso.
Il Papa ha dedicato gran parte del suo intervento, prima di recitare la preghiera mariana del “Regina Caeli”, all’uso dei media, visto che questa domenica si celebra la 41ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni, sul tema “I bambini e i mezzi di comunicazione, una sfida per l’educazione”.
Il tema, al quale Benedetto XVI ha dedicato un Messaggio, merita più riflessione e preghiera, ha osservato.
L’influenza dei mezzi di comunicazione è tale che compete con la scuola, con la Chiesa e anche, secondo il Papa, con la famiglia. Per questo, nel contesto educativo, gli strumenti mediatici pongono già da sé una sfida.
E’ per questo che la chiave è nella formazione, “essenziale” per un uso corretto dei media, e nella collaborazione in questo senso di genitori, professori e comunità ecclesiale. Tre ambiti che il Santo Padre esorta a coinvolgersi nell’educazione di bambini e giovani perché questi siano “selettivi” e maturi in loro “un atteggiamento critico, coltivando il gusto per ciò che è esteticamente e moralmente valido”.
Consapevole che i media hanno un ruolo fondamentale in questo compito educativo, Benedetto XVI ha segnalato loro il dovere di promuovere “la dignità della persona umana, il matrimonio e la famiglia, le conquiste e i traguardi della civiltà”.
“I programmi che inculcano violenza e comportamenti anti-sociali o volgarizzano la sessualità umana sono inaccettabili, tanto più se proposti ai minori”, ha avvertito.
“Rinnovo pertanto l’appello ai responsabili dell’industria dei media e agli operatori della comunicazione sociale, affinché salvaguardino il bene comune, rispettino la verità e proteggano la dignità della persona e della famiglia”, ha concluso.
Nel contesto di questa Giornata Mondiale, il presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, l’Arcivescovo John Patrick Foley, ha sottolineato la necessità di “formare i bambini perché siano consumatori intelligenti dei mezzi di comunicazione sociali. Devono sapere come distinguere tra i programmi che possono aiutarli e i programmi che cercano di sfruttarli”.
Ai microfoni della “Radio Vaticana”, il presule ha dato un suggerimento specifico ai genitori: “I genitori devono sapere cosa i loro bambini stanno vedendo. Non possono utilizzare la televisione come una babysitter elettronica”.
La Giornata Mondiale delle Comunicazioni è l’unica celebrazione a livello planetario istituita dal Concilio Vaticano II su raccomandazione dei Vescovi del mondo; nella maggior parte dei Paesi si svolge la domenica prima della Pentecoste.
L’iniziativa mira al rafforzamento del multiforme apostolato della Chiesa nei mezzi di comunicazione sociale, a formare i fedeli circa i loro doveri in questo campo, a invitarli a pregare e a contribuire materialmente per sostenere e promuovere, secondo le necessità dell’ambito cattolico, le istituzioni e le iniziative promosse dalla Chiesa in questo campo (cfr. Decreto conciliare Inter mirifica sui mezzi di comunicazione sociale, n. 18).