ROMA, lunedì, 7 maggio 2007 (ZENIT.org).- E’ stato inaugurato questo lunedì presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, alla presenza dei Cardinali Tarcisio Bertone e Renato Martino – rispettivamente Segretario di Stato e Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace –, un Corso sulla Chiesa cattolica per diplomatici islamici e dei Paesi mediterranei.
Il Corso d’introduzione alla conoscenza della Chiesa cattolica per diplomatici dei Paesi a maggioranza musulmana del Mediterraneo e del Medio Oriente ha per tema “La Chiesa cattolica e la politica internazionale della Santa Sede”.
L’iniziativa è promossa, tra gli altri, dalla Fondazione “La Gregoriana” e dall’Istituto internazionale Jacques Maritain, dura tre settimane – dal 7 al 20 maggio a Roma e dal 21 al 27 maggio a Torino – e presenta “l’organizzazione ed il funzionamento dei diversi organi della Santa Sede, l’attività diplomatica delle Nunziature, l’azione umanitaria della Chiesa per la pace”, come ricorda la “Radio Vaticana”.
Parlando ai microfoni dell’emittente pontificia, il Cardinal Bertone ha affermato che il tema propostogli dagli organizzatori è “il dialogo interreligioso come via per la pace”, inteso come “strumento di educazione alla pace per costruire una pace vera e durevole”.
“E’ una affermazione che risponde ad una esigenza profonda – ha commentato –, perché il dialogo interreligioso non è certo un optional”.
“Il dialogo è una necessità vitale. Non possiamo rinunciarci, anzi è un impegno da parte di tutti, è un impegno per la costruzione della pace, per la promozione dei diritti umani”.
Tra questi ultimi, il Segretario di Stato vaticano ha citato “il diritto alla vita e alla libertà religiosa, sui quali dobbiamo far convergere la lotta contro ogni forma di violenza, soprattutto se la violenza è invocata in nome di Dio, in nome della religione”.
Il Cardinal Bertone ha quindi confermato la preoccupazione vaticana per “la situazione dei Paesi del Medio Oriente e questo conflitto che non vede soluzioni proprio nella terra di Gesù”.
“La Santa Sede si impegna con tutte le sue forze e con tutte le vie: con la preghiera, anzitutto, con gli incontri interreligiosi, con gli incontri diplomatici, con gli incontri con i capi di Stato della regione mediorientale e con tutti coloro che sono impegnati a promuovere la pace in quella regione proprio per eliminare le cause endemiche di questi conflitti”, ha ricordato.
Il Vaticano guarda poi in modo particolare ai problemi dell’Africa e “insiste soprattutto affinché l’Europa e le grandi potenze del Nord non la abbandonino”.
L’imminente viaggio di Benedetto XVI in Brasile, ha proseguito il porporato, è “un grande segno di attenzione da parte della Chiesa all’America Latina e alle situazioni che sono state già ampiamente analizzate, anche dalla stampa e dai mezzi di comunicazione in occasione di questo primo viaggio intercontinentale del Papa”.
“Vedremo poi i risultati, vedremo anche i frutti di questo viaggio, dei messaggi forti che il Papa lancerà e che speriamo siano accolti, accolti anzitutto dalle comunità locali e dalle Chiese locali, ma anche dagli uomini politici di ogni Nazione”, ha concluso.
Articolato in lezioni al mattino e visite guidate a organi e strutture ecclesiali nel pomeriggio, il Corso è promosso in collaborazione anche con la Georgetown University di Washington, D.C., la Libera Università Maria S.S. Assunta di Roma, l’Università Saint-Joseph di Beirut, con il Patrocinio del Ministero Affari Esteri italiano, degli Enti locali del Lazio e del Piemonte, e della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.