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Cari amici dell’OFTAL e del Movimento Apostolico Ciechi!
Con grande gioia vi incontro nella Basilica Vaticana, dove avete partecipato alla Celebrazione eucaristica presieduta dal mio Segretario di Stato, il Cardinale Tarcisio Bertone, che saluto cordialmente. Saluto l’Arcivescovo Angelo Comastri, Vicario Generale per la Città del Vaticano e Arciprete della Basilica Vaticana, ed i vostri Assistenti ecclesiastici. Saluto ciascuno di voi, in particolare il Presidente dell’OFTAL, Monsignor Franco Degrandi, e il Vice Presidente del MAC, Dottor Francesco Scelzo, che ringrazio per avermi presentato le vostre rispettive Associazioni, nate a poca distanza di tempo l’una dall’altra.
Il Movimento Apostolico Ciechi, infatti, ebbe origine nel 1928, dall’intuizione e dallo slancio apostolico di un’insegnante non vedente di Monza, Maria Motta, dotata di profonda fede e di grande forza d’animo. Mentre l’Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes (OFTAL) celebra il suo 75° anniversario: in effetti, iniziata nel 1913 da Mons. Alessandro Rastelli, sacerdote della diocesi di Vercelli, nacque ufficialmente nel ’32, promossa dall’Arcivescovo di quella Chiesa particolare. La vostra compresenza qui oggi è provvidenziale, perché le due Associazioni, pur differenziandosi per molti aspetti, ne hanno però in comune uno fondamentale, che desidero mettere subito in risalto. Mi riferisco al fatto che sia il MAC che l’OFTAL si presentano come esperienze di condivisione fraterna, basata sul Vangelo e capace di mettere in grado le persone in difficoltà, in questo caso malate e non vedenti, di essere pienamente partecipi della vita della Comunità ecclesiale e costruttrici della civiltà dell’amore. Due realtà che, come diceva il tema del recente Convegno ecclesiale di Verona, danno testimonianza di Cristo risorto speranza del mondo, manifestando che la fede e l’amicizia cristiana permettono di attraversare insieme ogni condizione di fragilità.
In questo senso è emblematica l’esperienza dei due fondatori: Don Rastelli e Maria Motta. Il primo si recò a Lourdes dopo un incidente che lo costrinse per un mese in ospedale. L’esperienza dell’infermità lo rese particolarmente sensibile al messaggio della Vergine Immacolata, che lo chiamò a ritornare alla Grotta di Massabielle dapprima in compagnia di un solo malato – e ciò è molto significativo! – e quindi alla guida del primo pellegrinaggio diocesano con oltre 300 persone di cui 30 malati. Per Maria Motta, cieca dalla nascita, la limitazione visiva non fu un impedimento alla sua vocazione, anzi, lo Spirito fece di lei un’apostola dei non vedenti, e in seguito rese feconda la sua iniziativa ben oltre le sue stesse aspettative. Da quella "rete" spirituale che lei aveva formato si sviluppò una vera e propria associazione, formata da gruppi diocesani presenti in ogni parte d’Italia, ed approvata dal beato Giovanni XXIII col nome di Movimento Apostolico Ciechi. In essa ciechi e vedenti, imparando lo stile della reciprocità e della condivisione, si impegnano nella formazione per mettersi al servizio della missione apostolica della Chiesa.
Ciascuna delle due Associazioni contribuisce ad edificare la Chiesa con il proprio, specifico carisma. Voi, amici dell’OFTAL, offrite
l’esperienza del pellegrinaggio con i malati, segno forte di fede e di solidarietà tra persone che escono da se stesse e dal chiuso dei propri problemi per partire verso una meta comune, un luogo dello spirito: Lourdes, la Terra Santa, Loreto, Fatima, e altri Santuari. Aiutate così il Popolo di Dio a tener desta la consapevolezza della sua natura pellegrinante alla sequela di Cristo, come emerge in maniera rilevante nella Sacra Scrittura. Pensiamo al Libro dell’Esodo, che la liturgia ci fa meditare in questo tempo quaresimale; pensiamo alla vita pubblica di Gesù, che i Vangeli presentano come un grande pellegrinaggio verso Gerusalemme, dove deve compiersi il suo "esodo". Voi, amici del MAC, a vostra volta siete portatori di un’esperienza tipica, che vi è propria: quella del
camminare insieme, fianco a fianco, ciechi e vedenti. E’ una testimonianza di come l’amore cristiano permetta di superare l’handicap e di vivere positivamente la diversità, quale occasione di apertura all’altro, di attenzione ai suoi problemi, ma prima di tutto ai suoi doni, e di vicendevole servizio.
Cari fratelli e sorelle, la Chiesa ha bisogno anche del vostro contributo per rispondere fedelmente e pienamente alla volontà del Signore. E altrettanto si può dire della società civile: l’umanità ha bisogno dei vostri doni, che sono profezia del Regno di Dio. Non vi spaventino i limiti e la povertà di risorse: Dio ama compiere le sue opere con mezzi poveri. Chiede però di mettergli a disposizione una fede generosa! Ecco, in fondo, perché siete venuti qui: per implorare presso la tomba di Pietro il dono di una fede più salda. Domani concluderete il vostro pellegrinaggio in due luoghi mariani di Roma: il MAC nella Basilica di Santa Maria Maggiore, e l’OFTAL nel Santuario della Madonna del Divino Amore. Ripartite, dunque, da questo momento di grazia animati dalla fede di Pietro e di Maria! E con questa fede proseguite il vostro cammino, accompagnati anche dalla mia preghiera e dalla mia benedizione, che con affetto imparto a voi qui presenti e a tutti i vostri soci e alle persone a voi care.
[© Copyright 2007 - Libreria Editrice Vaticana]
Intervista a Simona Beretta, professore straordinario di Politiche Economiche internazionali
Ginetta Calliari (1918-2001)
CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 14 marzo 2007 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato questo mercoledì da Benedetto XVI in occasione dell’Udienza generale, incontrandosi con i pellegrini e i fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.