Decisioni secondo coscienza

Le scelte dei cristiani nella vita pubblica

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Di Padre John Flynn

ROMA, mercoledì, 28 marzo 2007 (ZENIT.org).- I cattolici impegnati in politica devono seguire la propria coscienza, ma dovrebbero essere allo stesso tempo ben informati. Questa è una delle affermazioni che il Segretario di Stato vaticano, il Cardinale Tarcisio Bertone, ha pronunciato il 6 marzo scorso.

Il Cardinale Bertone è intervenuto nell’ambito della presentazione del libro del senatore Luigi Bobba intitolato “Il posto dei cattolici”. Nel suo intervento, pubblicato sull’edizione dell’8 marzo de L’Osservatore Romano, il Cardinale ha ricordato che la coscienza di un politico che voglia dirsi cattolico deve rispettare quei valori che non sono negoziabili, ovvero quelli che corrispondono a verità obbiettive. Solo in questo modo l’attività sociale potrà essere svolta in un modo che rispetti la persona umana e i diritti umani fondamentali, ha affermato il Segretario di Stato.

Il Cardinale Bertone ha poi proseguito indicando una serie di aree importanti che richiedono attenzione come quella della tutela della vita dal concepimento fino alla sua morte naturale, quella della promozione della famiglia e quella della difesa dell’istituzione del matrimonio inteso come unione tra un uomo e una donna.

Un impegno in politica che vada contro questi valori non rappresenta un bene per nessuno, ha sostenuto. Inoltre, ha insistito il Cardinale, sarebbe sbagliato giustificare un’azione di questo tipo, in nome della propria coscienza personale. Ed è proprio per evitare decisioni erronee di questo tipo che la Chiesa fa sentire pubblicamente la sua voce su tematiche importanti.

Questa partecipazione della Chiesa nella sfera pubblica non deve essere considerata come un’ingerenza indebita, quanto piuttosto come un tentativo di aiutare a sviluppare una coscienza informata e formata.

In questa attività, ha proseguito il Cardinale Bertone, la Chiesa non si rivolge unicamente ai cattolici, ma a tutte le persone di buona volontà, nella speranza di poterle aiutare a superare la tentazione di prendere decisioni unicamente sulla base di ciò che è più pragmatico e più utile per il proprio interesse personale.

Ignorare i principi

L’intervento del Cardinale Bertone giunge in un momento in cui i Vescovi di una serie di Paesi si sono espressi su questioni politiche. In Scozia, il Vescovo Joseph Devine ha fortemente criticato il Partito laburista per non aver tenuto nella dovuta considerazione i principi cristiani, secondo il quotidiano Scotsman del 12 marzo.

Il Vescovo di Motherwell ha quindi avvertito che il tradizionale sostegno dei cattolici al Partito laburista potrebbe essere rimesso in discussione. Alla base di questa ipotesi, osserva lo Scotsman, vi è la sua disapprovazione per la normativa contraria alla famiglia promossa dal Partito laburista, sia nel locale Parlamento scozzese, sia nel Parlamento del Regno Unito.

“Lo Stato sembra aver elaborato una nuova forma di morale, priva di ogni principio o contesto cristiano”, ha dichiarato il monsignor Devine.

Anche monsignor Kevin Manning, Vescovo di Parramatta, in Australia, ha preso le difese dei principi cristiani in una sua lettera pastorale sui temi della responsabilità civica, apparsa sulla pubblicazione diocesana Catholic Outlook.

La missiva è stata resa pubblica subito prima delle elezioni del 24 marzo, nello Stato del New South Wales. Tra qualche mese si svolgeranno anche le elezioni nazionali.

Il Vescovo Manning ha citato alcuni documenti del Concilio Vaticano II che incoraggiano i cattolici a “portare la presenza di Cristo in ogni ambito dell’attività umana”. Noi possiamo incidere nella società esprimendo, nell’urna elettorale, scelte morali ben informate, ha osservato.

Fare questo, ha affermato il Vescovo della diocesi a ovest di Sydney, non costituisce un tentativo di imporre l’insegnamento cattolico agli altri. Noi crediamo – ha affermato – “che l’insegnamento cattolico operi per il bene di tutti, per la stabilità della società e per la promozione della dignità umana, dei diritti umani e della libertà”.

La lettera pastorale espone una serie di principi morali da prendere in considerazione quando si deve decidere per chi votare: tutela della vita in ogni suo stadio; promozione della famiglia basata sul matrimonio tra un uomo e una donna; tutela dei diritti dei genitori a educare i propri figli; servizio ai poveri e ai più deboli; promozione di una solidarietà globale; amministrazione della creazione attraverso la cura dell’ambiente.

“Appare evidente che il compito imminente da portare avanti è quello di difendere e promuovere gli aspetti fondamentali della dignità umana per il bene di tutti”, ha concluso monsignor Manning.

Bravi cittadini

In Nigeria, i Vescovi cattolici hanno invitato il Governo ad assicurare che le elezioni di aprile si svolgano liberamente e senza brogli, secondo un servizio pubblicato dal Catholic Information Service for Africa il 6 marzo.

La dichiarazione è apparsa in un comunicato del 3 marzo, emesso alla fine di un incontro di una settimana, che si è svolto ad Abuja sul tema “Good Governance, Democracy and Christian responsibility”.

“Queste elezioni potranno migliorare o peggiorare l’immagine della Nigeria agli occhi della comunità internazionale”, hanno affermato i Vescovi nel comunicato. La dichiarazione ha anche fatto appello ai politici, perché si astengano da un linguaggio sconveniente e scortese, ed ha invitato i nigeriani a votare secondo coscienza nelle prossime elezioni.

Il Presidente nigeriano Olusegun Obasanjo ad aprile lascerà il suo incarico, dopo 8 anni al potere. I nigeriani, oltre a votare per l’elezione di un nuovo Presidente, voteranno anche per eleggere governatori statali e membri del Parlamento.

Anche negli Stati Uniti il rapporto tra religione e politica continua ad essere al centro dell’attenzione. A gennaio, l’Arcivescovo di Denver, Charles Chaput, ha fortemente criticato il Governatore cattolico del Colorado, Bill Ritter, per il suo annuncio di voler riaprire alla possibilità di finanziare programmi di pianificazione familiare.

Qualche giorno dopo il suo insediamento del 9 gennaio, Ritter ha annunciato la sua intenzione di levare le restrizioni al finanziamento pubblico delle cliniche abortiste, secondo quanto riportato dal Denver Post il 16 gennaio scorso. Queste restrizioni erano state imposte dal suo predecessore Bill Owens, anch’egli cattolico. Grazie alla decisione di Owen, l’organizzazione Planned Parenthood ha perso quasi 400.000 dollari in finanziamenti pubblici.

L’Arcivescovo Chaput ha definito questa proposta come “una politica gravemente sbagliata”, in un articolo pubblicato il 17 gennaio sul Denver Catholic Register.

Il presule ha criticato le azioni di Ritter, il quale si è presentato come un candidato pro vita: “Alla fine, tutti noi – casalinghe, commesse, impiegati, atleti e funzionari pubblici – siamo giudicati per ciò che facciamo e non per ciò che diciamo”.

Scelte sagge

Anche monsignor Robert Vasa, Vescovo di Baker, nell’Oregon, ha dato qualche suggerimento ai cattolici per la vita pubblica. In un articolo pubblicato il 1° marzo sul Catholic Sentinel, il presule ha svolto una riflessione sul concetto espresso da una persona definita come “un’eminente personaggio pubblico cattolico”, in relazione all’aborto. Questa persona ha osservato che è solo questione di esercitare la propria libera volontà: sei libero di sceglierlo o di rigettarlo, ma non possiamo dire a qualcun altro cosa fare.

Monsignor Vasa ha sottolineato tuttavia che non tutte le scelte sono giuste: alcune possono essere sbagliate. “Una scelta sbagliata sarebbe quella di decidere di porre fine alla vita di un altro essere umano”
, ha affermato. Peraltro, è una scelta chiaramente contraria all’insegnamento della Chiesa. “Ciò in cui noi crediamo deve informare ciò che noi facciamo”, ha concluso.

Anche l’Esortazione apostolica postsinodale “Sacramentum Caritatis”, appena pubblicata dal Papa tratta della questione della coscienza dei cattolici impegnati in politica. In relazione al concetto di “coerenza eucaristica”, Benedetto XVI spiega che “Il culto gradito a Dio, infatti, non è mai atto meramente privato, senza conseguenze sulle nostre relazioni sociali: esso richiede la pubblica testimonianza della propria fede” (n. 83).

Questo è valido per tutti – prosegue il Papa – ma è così soprattutto per coloro che si trovano ad essere chiamati a prendere decisioni su valori importati relativi alla vita umana, alla famiglia, al matrimonio e all’educazione. “Tali valori non sono negoziabili”, afferma il Pontefice.

“Pertanto, i politici e i legislatori cattolici, consapevoli della loro grave responsabilità sociale, devono sentirsi particolarmente interpellati dalla loro coscienza, rettamente formata, a presentare e sostenere leggi ispirate ai valori fondati nella natura umana”, prosegue il documento. Il Papa ha poi ricordato ai Vescovi che essi sono “tenuti a richiamare costantemente tali valori; ciò fa parte della loro responsabilità nei confronti del gregge loro affidato”.

Consigli preziosi in un periodo in cui il dibattito sulle questioni morali è più che mai diffuso.

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ZENIT Staff

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