Benedetto XVI: Paolo VI indicò alla Chiesa che la sua missione è “ricalcare le orme di Cristo”

Ricevendo in udienza i membri del Centro internazionale dedicato a questo Pontefice

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CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 5 marzo 2007 (ZENIT.org).- Protagonista di un periodo storico marcato da profonde sfide, Papa Paolo VI indicò alla Chiesa che la sua missione consiste nel “ricalcare le orme di Cristo”, ha affermato questo sabato Benedetto XVI.

Così ha detto il Papa nel ricevere in udienza i membri del Comitato Scientifico e del Comitato Esecutivo dell’Istituto Paolo VI, il Centro internazionale, promosso dall’Opera per l’Educazione Cristiana di Brescia allo scopo di raccogliere la documentazione e di favorire con opportune iniziative lo studio sulla vita e il pensiero di questo Pontefice.

Dopo aver ascoltato l’indirizzo di saluto del Presidente dell’Istituto Paolo VI, Giuseppe Camadini, il Vescovo di Roma ha rivolto delle parole di apprezzamento per il “rigoroso lavoro di ricerca” e le “iniziative di elevato spessore scientifico ed ecclesiale”, che caratterizzano questo Centro internazionale.

Successivamente, Benedetto XVI ha quindi richiamato alcuni ricordi personali legati a questo Pontefice, che lo nominò dapprima Arcivescovo di Monaco e Frisinga il 25 marzo del 1977 mentre, tre mesi dopo, lo creò Cardinale.

“Egli fu chiamato dalla Provvidenza divina a guidare la barca di Pietro in un periodo storico segnato da non poche sfide e problematiche”, ha detto il Papa ripercorrendo con il pensiero gli anni del suo pontificato.

Benedetto XVI ha quindi ricordato che Paolo VI fu il primo Papa a recarsi in Terra Santa, in occasione dello storico incontro con il Patriarca Atenagoras I (Gerusalemme, gennaio 1964), avvenuto a distanza di più di 900 anni dallo Scisma fra le Chiese d’Oriente e d’Occidente.

Quella visita “rivestì un chiaro significato simbolico” e “indicò alla Chiesa che la via della sua missione è di ricalcare le orme di Cristo”, ha commentato il Papa tedesco.

“Il segreto dell’azione pastorale che Paolo VI svolse con instancabile dedizione, adottando talora decisioni difficili e impopolari” va rintracciato tuttavia, secondo Benedetto XVI, nel suo “amore per Cristo”, e nel “totale suo affidamento a Gesù”, oltre ad “una tensione missionaria alimentata da sincero desiderio di dialogo con l’umanità”.

Infatti, ha aggiunto il Papa, “fino all’ultimo respiro il suo pensiero, le sue energie, la sua azione furono per Cristo e per la Chiesa”.

“Il nome di questo Pontefice, che l’opinione pubblica mondiale comprese nella sua grandezza proprio in occasione della morte, resta soprattutto legato al Concilio Vaticano II – ha quindi osservato -. Se infatti fu Giovanni XXIII a indirlo e a iniziarlo, toccò a lui, suo successore, portarlo a compimento con mano esperta, delicata e ferma”.

“Non meno arduo fu per Papa Montini reggere la Chiesa nel periodo post-conciliare. Non si lasciò condizionare da incomprensioni e critiche, anche se dovette sopportare sofferenze e attacchi talora violenti, ma restò in ogni circostanza fermo e prudente timoniere della barca di Pietro”, ha continuato.

“Con il passare degli anni appare sempre più evidente l’importanza per la Chiesa e per il mondo del suo pontificato, come pure il valore del suo alto magistero”, ha concluso il Papa, invitando i presenti a proseguire nel lavoro da tempo intrapreso.

Nel corso dell’incontro Benedetto XVI ha ricevuto una serie di volumi, contenenti gli atti dei nove Colloqui e sedici Convegni nonché numerosi studi monografici, pubblicati dalla casa editrice “Studium”, che testimoniano il lavoro svolto dall’Istituzione in oltre 25 anni.

L’Istituto è sorto, nel 1979, all’indomani della morte di Paolo VI. Il Centro internazionale riunisce in archivio una ricca documentazione e possiede una biblioteca specializzata che accoglie circa 30.000 volumi, comprese quasi tutte le diecimila opere appartenenti alla biblioteca personale di Montini.

[Per saperne di più: http://www.istitutopaolovi.it]

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ZENIT Staff

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