Aperte le porte della Chiesa a Bombay (India) per le vittime dell’attentato

Le esplosioni hanno provocato 200 morti

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BOMBAY, giovedì, 13 luglio 2006 (ZENIT.org).- Il Vescovo Bosco Penha, amministratore arcidiocesano della città indiana di Bombay, ha chiesto a tutte le parrocchie e alle scuole cattoliche del luogo di mettere “tutte le risorse e le strutture, con la dovuta discrezione, al servizio” delle vittime dell’attentato di martedì.

Lo ha confermato una nota diffusa questo giovedì dalla Conferenza dei Vescovi Cattolici dell’India (CBCI), che raccoglie integralmente le dichiarazioni del presule dopo l’attacco terroristico contro le linee ferroviarie della città, in cui duecento persone sono morte e più di settecento sono rimaste ferite.

Nella sua nota, il Vescovo Penha ha espresso, a nome della Chiesa cattolica a Bombay, vicinanza e solidarietà a tutta la città in questo momento di “impatto, trauma e sofferenza” per centinaia di persone che si spostavano all’ora di punta.

“Chiediamo che si offrano preghiere speciali nelle Messe” di domenica prossima, “per le vittime e le loro famiglie”, scrive.

Nella sua dichiarazione, il presule esprime il suo apprezzamento e un ringraziamento particolare ai servizi pubblici (di trasporto, municipali e di polizia) che hanno lavorato per fornire un “encomiabile servizio” ai cittadini in un momento di “crisi e tragedia”.

“Sono di esempio anche gli innumerevoli ‘buoni samaritani’, tipici dell’ethos di servizio di Bombay, emersi in questa occasione e che hanno cercato quanti avevano bisogno di aiuto”.

“Si è chiesto alle parrocchie cattoliche e alle scuole di mettere a disposizione tutte le risorse e le strutture, con la dovuta discrezione, al servizio delle vittime e di confidare in Dio Onnipotente”, conclude.

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ZENIT Staff

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