L’ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede e la Pontificia Accademia delle Scienze hanno infatti unito le loro forze per presentare il convegno, intitolato “Feeding a Hungry World: The Moral Imperative of Biotechnology?”.
Lo scopo dell’evento era studiare il complesso dibattito morale che circonda l’utilizzo di cibo o organismi geneticamente modificati, gli OGM, come risposta alla situazione del miliardo e mezzo di persone che soffrono di fame e di malnutrizione nel mondo.
Nel suo intervento, il vescovo Marcelo Sánchez Sorondo, della Pontificia Accademia delle Scienze, ha affermato che la loro speranza era quella di studiare in maniera più approfondita la questione, “per collaborare in ciò che il Papa Paolo VI ha chiamato il dramma della fame nel mondo”.
L’ambasciatore statunitense James Nicholson si è detto d’accordo. “Nutrire gli affamati è una questione di vita o di morte”, ha affermato. “E’ una grande sfida morale che richiede di esaminare tutte le alternative possibili per aiutare i poveri ed assisterli nel loro ambiente per diventare autosufficienti nella produzione di cibo”.
Nonostante gli importanti conferenzieri, che rappresentavano i settori scientifici, ecclesiastici e rurali, il congresso si è attirato le accuse di essere troppo di parte, tendendo a favorire l’aumento dell’uso degli OGM da parte dei poveri.
Il sacerdote gesuita padre Roland Lesseps e la suora francescana Janet Fearns, che hanno partecipato alla conferenza ed hanno trascorso molti anni lavorando in Africa, hanno parlato della loro frustrazione per la mancanza di una “rappresentanza bilanciata”.
In uno dei suoi documenti sulla questione, padre Lessops ha messo in guardia contro la “propaganda e la distorsione” che circondano “le argomentazioni di chi sostiene gli OGM”.
Questi dubbi sono stati riconosciuti anche dall’ambasciatore Nicholson. “Sfortunatamente, gli sforzi per esplorare il potenziale delle biotecnologie sono stati ostacolati dalla disinformazione e dai fraintendimenti fomentati dagli attivisti contrari agli OGM”, ha affermato. “Le prove scientifiche hanno mostrato inequivocabilmente che il biotech può avere un ruolo fondamentale nei Paesi in via di sviluppo”.
Fino ad oggi il Vaticano non ha assunto una posizione specifica sulla questione, anche se la Pontificia Accademia delle Scienze ha pubblicato un documento di studio redatto nel 2000 alla fine della Sessione Plenaria su “Science and the Future of Mankind”, ed il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ha promosso un’importante conferenza su questo argomento lo scorso novembre.
Il vescovo Sánchez Sorondo ha sottolineato come “le conclusioni dell’accademia non rappresentino gli insegnamenti ufficiali della Chiesa, per cui possono essere liberamente dibattuti”.
Nel corso della conferenza, il dibattito si è incentrato sulle preoccupazioni etiche, ambientali ed economiche.
Padre Lesseps ha affermato che esiste una divisione all’interno della Chiesa sulla questione delle biotecnologie. “Ci sono conferenze episcopali ed istituzioni cattoliche in molte parti del mondo – nelle Filippine, in Sudafrica, perfino in alcune zone degli Stati Uniti – che si oppongono agli OGM”, ha spiegato.
Uno dei relatori che rappresentava la Chiesa in veste ufficiale era padre Gonzalo Miranda, L.C., decano dell’Istituto di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma. Il sacerdote ha affermato che a sua avviso la divisione deriva da “un’ideologia sociale e dai diversi input”.
I nemici delle biotecnologie si chiedono se sia eticamente corretto alterare la natura. Padre Miranda ha ricordato agli scienziati in sala, come il fondatore dell’AgBio, C. S. Prakash, che “l’umanità ha selezionato e manipolato gli stock di cibo vegetale ed animale per millenni”.
Riferendosi al libro della Genesi, padre Miranda ha osservato come l’umanità sia stata creata ad immagine e somiglianza di Dio e come le sia stato affidato il dominio su tutte le cose viventi. “In questo senso, Dio ha posto l’uomo come ‘giardiniere della creazione’, il quale deve agire con responsabilità per ‘coltivare e custodire’ il creato”.
Il sacerdote ha notato, comunque, come la Bibbia sottolinei che l’umanità non ha il diritto di “abusare o danneggiare la natura”; accusa questa rivolta da alcuni agli OGM.
Padre Rodrigo Peret, ad esempio, crede che molte soluzioni dei problemi siano già disponibili in natura. Padre Peret, che ha partecipato alla conferenza, guida l’ufficio francescano Giustizia e Pace ed afferma che non c’è bisogno di nuove biotecnologie, perché minacciano la salute e la biodiversità. “Le soluzioni tecniche come l’ingegneria genetica eclissano i veri problemi sociali ed ambientali che provocano la fame”, ha aggiunto.
Il botanico Peter Raven, membro della Pontifica Accademia delle Scienze e relatore della conferenza, ha fornito degli esempi di quanto è stato raggiunto con vari organismi, come il cosiddetto “golden rice”. Si tratta di un grano arricchito con vitamina A, la cui carenza è causa di molte malattie in Africa.
Il botanico ha spiegato che al momento: “Siamo davvero capaci di produrre le piante e gli animali che vogliamo”.
Degli “scientificamente precisi” OGM ha detto: “Sarebbe decisamente sconsiderato non utilizzarli, soprattutto in un mondo che ha bisogno di nutrire così tante persone”.
Raven crede che molta gente che si oppone agli OGM “non abbia le giuste informazioni sulla nuova scienza […] e che vengano coinvolti dalle questioni sociali”. Ha poi aggiunto: “Questo non vuol dire negare i problemi sociali e quelli relativi al commercio internazionale e alla proprietà intellettuale, che riguardano ogni tecnologia, non solo gli OGM”.
Molti gruppi che lavorano nel Terzo Modo, compreso quello di padre Lessops, affermano che dietro a molte delle compagnie coinvolte c’è una crociata del profitto e vedono l’“imposizione” degli OGM come un modo con cui le multinazionali colpiscono le comunità rurali disperate.
“L’intero approccio dell’ingegneria genetica”, dice padre Lessops, “non ha lo scopo di nutrire i poveri nel mondo, ma di nutrire le grandi compagnie […] penso che sia questo il motivo che sta dietro la questione”.
Padre Miranda ha poi affermato: “Molta gente sostiene che, dato che queste tecnologie sono prodotte oggi dalle multinazionali, si tratta di capitalismo ed per questo negativo, senza capire che il profitto non è cattivo in sé”.
Il vescovo Sánchez Sorondo ha quindi citato la Raccomandazione 12 del documento di studio della Pontificia Accademia delle Scienze dove si afferma: “I diritti di proprietà intellettuale non dovrebbero impedire un vasto accesso alle vantaggiose applicazioni della conoscenza scientifica”.
L’ambasciatore Nicholson ha riconosciuto che dai diritti della proprietà intellettuale potrebbe derivare del denaro utile. “Se aveste eliminato questi”, ha affermato ai microfoni di “Radio Vaticana”, “non avremmo avuto la penicillina”.
Un’agricoltrice diventata sostenitrice degli OGM è Sabina Kohza. La signora sudafricana, una volta scettica nei confronti degli organismi geneticamente modificati, nel corso della conferenza, ha presentato la sua storia di due anni di successo con i cereali modificati. “Ero contraria, ma poi ho deciso di provare”, ha affermato.
Come risultato, la Kohza ha detto che è diventata più ricca e gode di una salute migliore. “Posso dirvi di essere una consumatrice e una donna agricoltrice molto orgogliosa, che sta coltivando mais geneticamente modificato”, ha affermato sorridendo.
Padre Miranda ha fatto riferimento agli scritti di Giovanni Paolo II quando ha affermato che “è necessario mantenere un atteggiamento di prudenza ed esplorare, con occhio atten
to, la natura e gli aspetti delle varie tecnologie applicate”. Gli scienziati, ha detto il Papa, dovrebbero porre le loro “capacità al servizio dell’umanità”.
In questo senso, padre Miranda ha infine messo in guardia sul pericolo di cadere nella trappola di pensare che gli OGM possano risolvere tutti i problemi di povertà e sottosviluppo del mondo.
L’avvento degli OGM può essere visto piuttosto “come uno degli utensili nella cassetta degli attrezzi per analizzare il problema”, ha affermato.