Mary Ann Glendon: la politica è una vocazione

Conferenza del Presidente dell’Accademia delle Scienze Sociali a Roma

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di Andrea Kirk Assaf

ROMA, venerdì, 25 marzo 2011 (ZENIT.org).- Da Cicerone a Edmund Burke, gli statisti davvero ammirevoli sono stati sia saggi filosofi che politici pratici, sostiene Mary Ann Glendon.

La Glendon, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali ed ex ambasciatrice degli Stati Uniti presso la Santa Sede, ha parlato del tema della politica come vocazione portando l’esempio di due figure storiche durante una conferenza pronunciata la settimana scorsa presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma.

L’ex ambasciatrice ha spiegato come la lotta per mantenere i propri principi morali di fronte all’impegno politico sia stata sperimentata sia dal senatore romano Marco Tullio Cicerone che dal parlamentare britannico del XVIII secolo Edmund Burke.

Anche se Cicerone e Burke hanno dovuto far fronte a una grande opposizione a causa del loro rifiuto di scendere a compromessi sui principi, il che ha portato al brutale assassinio di Cicerone per ordine di Marco Antonio, sono oggi lodati per questa qualità, oltre che per la loro efficacia pratica come statisti.

Sui politici di oggi, la Glendon ha quindi affermato: “Ciò in cui dobbiamo sperare è che gli statisti e altri decision-makers abbiano una saggezza pratica, ma che siano anche ben radicati nella teoria, e allora non fa male inginocchiarsi e dire qualche preghiera”.

Se la preghiera è fondamentale per realizzare la propria vocazione nella vita politica, una preghiera in particolare può aiutare i politici a riflettere sul significato della vocazione. La professoressa Glendon ha citato a questo proposito quella del beato Cardinale John Henry Newman, in cui egli parla in modo eloquente del servizio e del bene che tutti noi possiamo fare seguendo la volontà di Dio.

E’ responsabilità di ciascuno, ha sottolineato, costruire una situazione di vita e amore, perché se falliamo in questo dovere stiamo favorendo l’altra parte. Come si dice spesso che abbia affermato Edmund Burke, “l’unica cosa necessaria per il trionfo del male è che gli uomini buoni non facciano nulla”.

Ciò di cui siamo certi, scrisse Burke in “Thoughts on the Cause of the Present Discontents” (1770), è che “quando gli uomini malvagi si uniscono, i buoni si devono associare; altrimenti cadranno, uno ad uno, un sacrificio non compatito in una spregevole lotta”.

Per questa conferenza, la Glendon, che è Learned Hand Professor of Law presso la Harvard Law School, ha preso spunto dal suo libro “The Forum and the Tower: How Scholars and Politicians Have Imagined the World, from Plato to Eleanor Roosevelt”, di prossima pubblicazione.

Tra i suoi testi precedenti, figurano altre opere sulla politica come vocazione, come “A World Made New: Eleanor Roosevelt and the Declaration of Human Rights”.

[Traduzione dall’inglese di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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