WASHINGTON, D.C., mercoledì 5 maggio 2004 (ZENIT.org).- La nuova normativa dovrebbe contribuire ad instaurare nuove forme di immigrazione negli Stati Uniti per consentire agli immigrati di lavorare e di ricongiungersi ai propri familiari in modo sicuro, legale e degno, afferma un vescovo.

Il vescovo coadiutore Thomas Wenski di Orlando, presidente della Commissione Migrazione della Conferenza dei vescovi degli Stati Uniti, ha dato il suo avallo alla normativa presentata martedì al Congresso.

Egli ha affermato che la normativa “apporterà significativi correttivi ad un sistema di immigrazione non più idoneo a far fronte ai flussi migratori del XXI secolo e che troppo spesso pregiudica i diritti fondamentali e la dignità della persona umana”.

Il progetto di legge “Safe, Orderly, Legal Visas Enhancement Act” del 2004 (c.d. “SOLVE Act”) è teso a tutelare i diritti dei lavoratori statunitensi e stranieri; a promuovere l’unità familiare; e a dare ai lavoratori e alle loro famiglie che migrano negli Stati Uniti l’opportunità di diventare residenti permanenti o cittadini statunitensi.

La normativa è stata presentata dal senatore Edward Kennedy del Massachusetts, e dai deputati Robert Menendez di New Jersey e Luis Gutierrez dell’Illinois; tutti democratici.

Il vescovo Wenski ha affermato che i vescovi sostengono la normativa perché “osserviamo, quasi quotidianamente, lo sfruttamento e l’abuso dei lavoratori immigrati..., la discordia nelle comunità locali... affette dall’immigrazione, e soprattutto le morti degli immigrati, tra cui donne e bambini, nelle remote zone del Sud-Ovest degli Stati Uniti”.

Nel gennaio del 2003, i vescovi americani e messicani hanno fatto appello ad una riforma globale dell’immigrazione, nella storica lettera pastorale congiunta “Non più stranieri”. Il vescovo Wenski ha affermato che il nuovo disegno di legge risponde a tutti i criteri indicati in tale documento.