GERUSALEMME/ROMA, venerdì, 21 maggio 2004 (ZENIT.org).- Di fronte agli ultimi fatti di sangue nella striscia di Gaza, il nuovo Custode di Terra Santa, Padre Pierbattista Pizzaballa ha lanciato un accorato appello affinchè si fermino questi atti assassini, che conducono ad una spirale di violenza senza fine.

"Fermatevi prima che sia troppo tardi”, sono state le parole lanciate dal padre francescano a israeliani e palestinesi, in seguito agli ultimi fatti seguiti al nuovo raid israeliano, dove carri armati ed elicotteri Apache hanno aperto il fuoco contro una folla di manifestanti, la maggior parte dei quali liceali, riuniti per manifestare contro la precedente incursione israeliana di martedì nello stesso campo profughi di Rafah. Il bilancio è di almeno12 vittime palestinesi.

“Proseguendo su questa strada non si arriverà a nulla – ha detto padre Pizzaballa in un’ intervista pubblicata oggi dall’agenzia SIR - la violenza genera odio, paura e ritorsioni. Per questo dico che bisogna fermarsi prima che sia troppo tardi”.

Per quanto riguarda la barriera di separazione voluta da Israele per contenere gli attacchi suicidi sferrati dai palestinesi, in un’ intervista apparsa sul sito dell’Ordine dei Frati Minori, aveva dichiarato di comprendere “la paura e l'angoscia di Israele” ma di essere altresì “certo che il muro non è la risposta”.

“Israele vuole difendersi dagli attacchi terroristici, ma la realtà del muro divide il villaggio dalle terre, la scuola dai bambini, l'ospedale dai malati; tutto ciò è difficilmente comprensibile. La storia, inoltre, insegna che tutti i muri prima o poi cadono”, aveva commentato, affermando che si tratta di “una risposta di paura che non ha prospettive nel tempo, perchè la forza delle idee e la forza della vita superano qualsiasi barriera”.

Di fronte all’impegno di pacificazione dei cristiani in Terra Santa, il francescano ha ribadito, invece, in un’intervista rilasciata al canale “105 live” della Radio Vaticana la necessità dei francescani di recuperare il loro ruolo di “profeti di riconciliazione”, “Profeti che testimoniano la verità la giustizia e la libertà, ma sempre con un profondo rispetto dell’altro”.

Nonostante sia “un conflitto nel quale non si intravedono prospettive di pace a breve termine”, ha detto alla stessa emittente radiofonica, “ritengo che anche in questa fase sia possibile fermarsi e riprendere il dialogo”.

A tal proposito, sul contributo delle comunità cristiane nell’opera di pacificazione, padre Pizzaballa ha affermato: “Noi cristiani siamo una presenza piccola e dobbiamo avere la coscienza dei nostri limiti ma anche delle nostre difficoltà. Ma possiamo proporre uno stile di vita (...) uno stile di comportamento diverso”, di fronte al conflitto israelo-palestinese.

In merito poi alla possibilità di strumentalizzazione della religione, il nuovo Custode di Terra Santa ha dichiarato che si tratta di un “rischio molto presente e molto vicino che a volte si concretizza purtroppo”, e per questa ragione ha sottolineato l’importanza di una solidarietà libera da coinvolgimenti di parte, perchè “bisogna essere vicini a tutti ma liberi”.