Verso l'Europa del Mediterraneo

Si è svolta a Catania la decima Giornata Sociale, promossa dalla diocesi siciliana

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Da dieci anni, nell’arcidiocesi di Catania nel mese di novembre si rinnova l’appuntamento della “Giornata Sociale”, un laboratorio attivo ed una sfida per l’impegno socio-politico nella città dell’uomo, promossa dall’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro, diretto da don Piero Sapienza.

La ricorrenza del decimo anniversario è stata celebrata con la pubblicazione di un volume, che raccoglie gli atti delle precedenti nove edizioni a partire dal 2005, quando fu affrontato il tema della cittadinanza responsabile e della partecipazione attiva alla vita sociale e politica.

Il tema della formazione politica e sociale ha accompagnato le tematiche svolte nel corso degli anni che hanno prodotto in diocesi la costituzione di “osservatori socio-politici nei vicariati; l’avvio della “scuola di formazione all’impegno sociale e politico”; i laboratori parrocchiali; la “Carta degli impegni”; il “Laboratorio per la Città”.

Queste ultime sono delle piccole fiammelle accese nel buio dell’indifferenza, come afferma don Piero Sapienza, e queste luci hanno consentito di aprire gli occhi sulla realtà offuscata dalla fitta nebbia dell’individualismo, che mortifica la dimensione sociale e la partecipazione responsabile al bene comune. Il riferimento è alla dottrina sociale della Chiesa, al Magistero e all’enciclica Caritas in Veritate.

Al federalismo solidale e allo sviluppo della legalità, la riflessione-incontro con i testimoni eccellenti come Giorgio La Pira, Alcide Gasperi e Igino Giordani, hanno accompagnato l’iter formativo dell’esperienza, che ha sviluppato negli anni con tenace assiduità una crescente attenzione alla formazione sociale e politica del cristiano oggi, impegnato nella ricerca del bene comune.

Positivo e ben riuscito anche il metodo adottato, che prevede una diligente preparazione nel corso dell’anno, mediante incontri e dibattiti e dopo la relazione-stimolo della giornata, si articolano cinque gruppi di studio per l’approfondimento e la messa in pratica delle cose dette. Le proposte emerse vengono quindi tradotte in progetti da realizzare e portare a compimento nei mesi successivi.

Nella presentazione, l’arcivescovo di Catania, mons. Salvatore Gristina, ha espresso vivo apprezzamento per la lodevole iniziativa, che ha tracciato un ben visibile solco di cammino, senza interruzioni, che ha prodotto un reale sviluppo di coscienza civica nell’intera comunità diocesana.

Il tema della decima giornata, Europa oggi, ha avuto come relatore d’eccezione il prof. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, il quale, rileggendo la nascita e l’evoluzione della comunità europea ha sottolineato come il “No” alla guerra, che ha determinato la nascita dell’aggregazione europea, tende a consolidare sempre più le sue radici, conducendo al superamento dell’individualismo, oggi sempre più diffuso in tutti i settori.

“Senza Europa il nostro piccolo angolo di mondo non si salva” e solo l’unità tra i popoli e non solo per gli aspetti economici, potrà essere una risposta ai bisogni dell’intera comunità umana ed europea.

 Il Prof. Riccardi ha delineato anche altre prospettive, già sognate dai Padri dell’Europa Unita, la quale non può restare solo di “mercato”, allargando i confini e aggregando anche l’Africa nel progetto “Euro Africa”, che trova il suo centro nel Mediterraneo, orizzonte di un nuovo umanesimo e dell’ideale di Europa dei popoli.

La Comunità Europea, che aggrega 28 Nazioni, di cui diciotto aderenti all’euro, è oggi al centro del dibattito sociale e politico condotto dagli “euroscettici” e si rischia di perdere quanto è stato conquistato con tanti anni di lavoro e di cultura europeistica.

Dalle comuni radici di civiltà e di cultura sono nati gli Stati del continente europeo, con lingue e modi di vivere alquanto diversi quasi un “tutti parenti, tutti differenti”, come recita il proverbio. Tutti gli Stati della Comunità dovrebbero tendere ai comuni ideali di accoglienza, di solidarietà, senza barriere e muri di arroccamento e di separazione.

L’avere come patrono d’Europa San Benedetto e come monumenti-simbolo il monastero di Montecassino, distrutto dai bombardamenti e ricostruito come segno di risveglio e di riscatto della cultura che rappresenta e custodisce, ed il campo di concentramento di Auschwitz, costituisce una garanzia per dare, da cristiani, un segno concreto di vera umanità e la testimonianza di un nuovo modo di essere nella storia.

L’intreccio tra il locale e il globale, espressione della società moderna globalizzata, dovrebbe favorire un’Europa della gente e non una realtà lontana e distaccata dal contesto esistenziale delle popolazioni dei diversi Stati membri.

I lavori di gruppo, organizzati dopo la relazione, hanno consentito un approfondimento del tema ed una lettura trasversale di verifica dei primi dieci anni delle Giornate sociali, in vista di un rilancio verso un nuovo sentiero di sviluppo e di concretezza dell’impegno sociale e civile, animato dai valori del Vangelo.

Anche l’apertura verso la dimensione europea e la possibilità di gemellaggi e d’incontro con altre realtà sociali della Comunità europea sono state auspicate come nuovo cammino da percorrere, potenziando ed estendendo ad altre realtà locali le positive risorse che l’attività di formazione ha prodotto in questi dieci anni d’intenso lavoro.

L’impegno nel sociale e per il lavoro accomuna tutti gli operatori nei diversi ambiti e settori. La guida della Chiesa ed il sostegno della pastorale di settore contribuiscono a dare comuni indirizzi e riferimenti sicuri per un proficuo servizio di qualità.

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Giuseppe Adernò

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