Sulle tracce dell'evoluzione umana

Domani, presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, una conferenza sui progressi della paleoantropologia

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Martedì 4 novembre, all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, Giorgio Manzi, professore associato alla Università La Sapienza di Roma e direttore del Museo di Antropologia “G. Sergi” (Roma) sarà protagonista dell’incontro dal titolo “Sulle tracce dell’evoluzione umana”, organizzato dal Istituto Scienza e Fede.

La scienza delle nostre origini, la paleoantropologia, si è profondamente rinnovata negli ultimi decenni: sono stati scoperti numerosi nuovi fossili, sono avvenuti grandi cambiamenti nel modo di guardare a queste evidenze e importanti progressi sul fronte metodologico. Soprattutto, si è passati da una “rassicurante” interpretazione lineare del fenomeno evoluzione – la classica sfilata di scimmie, scimmioni bipedi e umani – a una visione molto più complessa e articolata, più vicina all’impostazione e ai metodi della biologia evoluzionistica.

Ma come si è arrivati sin qui? Ripercorrere le tappe fondamentali dei progressi della paleoantropologia, dai suoi albori – verso la metà dell’800 – fino a oggi, può aiutare a inoltrarsi nel campo ormai molto vasto delle conoscenze sul passato remoto di Homo sapiens. Nel corso dell’incontro, Giorgio Manzi ci racconterà un’viaggio affascinante che inizia dai primati per concentrarsi su un gruppo di scimmie antropomorfe bipedi che, all’inizio del Pliocene, intraprese in Africa il percorso evolutivo che ha poi dato origine alla nostra specie. Si parlerà delle origini del nostro “cespuglio” evolutivo, dell’emergere del genere “Homo”, e della comparsa  di Homo sapiens, la specie destinato ad affermare il proprio dominio sull’intero pianeta. In concreto, Manzi si soffermerà soprattutto su un tratto intermedio dell’evoluzione umana, che riguarda la specie che fu probabilmente ancestrale sia ai Neanderthal che all’umanità moderna, cioè Homo heidelberegensis.

Tentare di comprendere l’uomo attraverso la sua storia è una delle sfide più affascinanti della conoscenza scientifica. È nel tempo profondo che ritroviamo il nostro posto nella natura, è da lì che possiamo provare a disegnare la genesi della biodiversità umana. Un incontro sulla storia prima della storia, ricomposta a partire da ossa, fossili, siti preistorici e biologia molecolare.  Ingresso libero. Aula Magna – Ore 17.10

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ZENIT Staff

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