SPECIALE ASSISI: La visione del Presidente dello Jogye Order, Buddismo Coreano

ROMA, 29 ottobre 2011 (ZENIT.org).- Riportiamo il discorso di Ja-Seung, Presidente dello “Jogye Order”, Buddismo Coreano, tenuto giovedì 27 ottobre ad Assisi.

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Desidero innanzitutto ringraziare Sua Santità Papa Benedetto XVI per offrirmi l’opportunità di parlare in questa fortunata circostanza. Sono onorato di offrire le mie felicitazioni all’assemblea di leaders religiosi del mondo riuniti qui in Assisi, un luogo molto santo, colmo di pace e riconciliazione.

Cari leaders religiosi,
nei 25 anni trascorsi dall’incontro di leaders religiosi qui inAssisi, il nostro mondo è drasticamente cambiato. Una nuova epoca sta rapidamente avvicinandosi. Lo sviluppo della tecnologia informatica più avanzata e dei social networks ci hanno dato la possibilità di connetterci e comunicare con qualsiasi altra persona nel mondo, in modo istantaneo.

Come sappiamo dall’esperienza, anche le ramificazioni di questa iper-connessione sono istantanee. Tutto è interconnesso. Voi ed io non esistiamo come individui separati, al contrario, noi tutti siamo inestricabilmente connessi gli uni agli altri. Il buddismo ci offre una possibilità di comprensione di questa verità mediante la dottrina della Origine Dipendente.

Come esiste una varietà di fiori che fioriscono ed appassiscono, così anche voi ed io fioriamo ed appassiamo. Ma ciascuna delle nostre vite è preziosa, un fiore bellissimo che fa del mondo un unico fiore e lo rende un luogo glorioso e magnifico. Proprio come questi fiori, ogni essere senziente è bellissimo e deve essere rispettato. Non c’è posto per la violenza o il terrorismo nella religione, che sottolinea come ogni vita è preziosa e deve essere amata.

Per questa ragione, vorrei proporre una “fraternità in favore della vita”, il radunarsi insieme di persone di fede per eliminare le radici della violenza e della guerra condotta in nome della religione o dell’ideologia. Vorrei anche che vi uniste a me in una “fraternità in favore della pace”, così che la coesistenza armoniosa ed il mutuo rispetto siano resi possibili in questo mondo, indipendentemente dalla religione, dalla razza e dalla cultura. Per di più, dobbiamo accettare le nostre differenze culturali e superare i conflitti culturali mediante la mutua comprensione e la crescita spirituale. Dobbiamo convenire insieme in una “fraternità in favore della cultura”. Dobbiamo anche realizzare una “fraternità in favore del condividere”, per aiutare quelle persone che ancora soffrono per la povertà, la fame e l’ingiustizia. In ultima analisi, ogni cosa è già perfetta e noi tutti siamo già collegati come delicati petali di fiore. Infine, vorrei proporre una “fraternità in favore dell’azione”, affinché tutti possiamo sperimentare questa verità personalmente ed aiutare a rendere questo mondo puro e profumato come un fiore.

Cari leaders religiosi,
la “Dichiarazione per la pace religiosa” dello “Jogye Order” del Buddismo coreano promuove il mutuo rispetto tra fedi diverse. Facciamo voti perché, guidati dall’amore, dalla benevolenza e da una grande compassione, sappiamo operare con le persone di ogni credo per aiutare coloro che soffrono a raggiungere felicità e pace. Insieme, possiamo diminuire la povertà e le malattie, prevenire la violenza e la guerra, e porre fine alla distruzione ambientale causata da uno sviluppo indiscriminato. Attraverso l’unione della nostra fede, possiamo far camminare l’umanità in direzione della pace e dell’armonia. Possano essere felici tutti gli esseri!

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ZENIT Staff

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