SPECIALE ASSISI: Il Segretario Generale della Conferenza Internazionale degli Studiosi Islamici (ICIS)

ROMA, sabato, 29 ottobre 2011 (ZENIT.org).- Riportiamo di seguito il discorso del Dr. Kyai Haji Hasyim Muzadi, Segretario Generale della Conferenza Internazionale degli Studiosi Islamici (ICIS) e già Presidente di Nabdlatul Ulama (NU), pronunciato giovedì 27 ottobre nella città di San Francesco.

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In teoria, l’essenza e la finalità della presenza di religioni su questa terra è quella di rafforzare i valori e la dignità dell’umanità, la pace e il progresso del mondo, dal momento che una tale presenza è intesa non ad altro che ad illuminare l’umanità.

Tuttavia, la realtà dimostra che molti problemi tra gli uomini su questa terra derivano proprio da coloro che seguono una religione, sebbene ciò non significhi che i problemi che sorgono dagli uomini appartenenti ad una religione siano originati dalla religione stessa. Ciò accade semplicemente per il fatto che religioni autentiche, con i propri salutari insegnamenti, possono avere seguaci che non sono in grado di comprenderne il carattere salutare in maniera piena e completa.

Una mancanza di comprensione piena e completa degli insegnamenti delle religioni si verifica quando i rispettivi seguaci ne possiedono una comprensione solo parziale e non comprendono le relazioni tra religioni. Non vi è dubbio che l’errore nella conoscenza religiosa abbia portato alla distorsione della religione stessa. Ad esempio, se una comunità religiosa comprende male i propri riti o i propri concetti teologici, tale errore avrà conseguenze unicamente sui propri seguaci.

Quando invece essi sbagliano nel comprendere gli aspetti sociali della religione, allora l’errore finisce per avere conseguenze non solo sui propri seguaci,ma anche sull’intera società, nella forma di tensioni sociali o perfino di conflitti sociali. E tali conflitti sociali possono scivolare persino in forme di conflitto tra Stati nel mondo.

Ogni religione possiede la propria identità. Tra religioni vi sono somiglianze e differenze. Un carattere comune ad ogni religione è la speranza per la creazione di armonia tra gli uomini, pace, giustizia, prosperità e di un migliore livello di vita.

Ciò su cui le religioni si differenziano sono le questioni di teologia e di riti. Per questo, al fine di ottenere una durevole armonia e coesistenza tra religioni, non si dovrebbe e non si deve forzare a cambiare ciò che è diverso, e non si devono imporre quei punti di vista che non sono condivisi.

In questo modo può essere garantito il mantenimento di una coesistenza tra religioni, in accordo con ciascuna singola fede religiosa. Oltre al fattore della mancanza di comprensione adeguata delle religioni, vi sono altri fattori alla base dei conflitti che sorgono tra credenti; fattori che sono basati su interessi non religiosi, che si ammantano di insegnamenti religiosi e strumentalizzano la religione per obiettivi non religiosi.

Interessi al di là degli scopi religiosi, possono essere di natura politica, economica, culturale, o altri interessi non religiosi che sono presentati in modo da sembrare religiosi. Tali interessi possono nascere da gruppi specifici che dichiarano di essere animati da motivazioni religiose e si rifanno a temi religiosi.

Il nostro dovere, come comunità religiose, è di portare a tutti i credenti la libertà di comprendere veramente il proprio destino e di correggere le comprensioni errate della religione che portano a conflitti sociali tra l’umanità.

Inoltre, dobbiamo essere saggi per discernere quei problemi che possono essere definiti come religiosi, da quelli che si presentano abusivamente come problemi religiosi.

Molte volte, gli interessi delle autorità politiche sono etichettati come questioni religiose, mentre in realtà sono ben lontani dall’essere tali. A questo riguardo, dobbiamo identificare la religione come ciò che è al di sopra di tutti gli interessi. Se la religione sarà posta al di sopra degli interessi, allora servirà come un faro di speranza ricevuto dai nostri antenati. Al contrario, se le religioni sono poste al servizio di tali interessi, allora le comunità religiose saranno sempre in guerra tra di loro.

Per questo motivo, l’armonia tra i seguaci delle religioni deve iniziare dal cuore di ogni religione, presentato secondo un quadro pacifico, con l’obiettivo di ridurre i conflitti in questo mondo.

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ZENIT Staff

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