No alle "manipolazioni giuridiche", la famiglia è una cosa seria

Opinioni a favore della scelta del ministro dell’Interno Alfano di emanare una circolare che impedisce ai Comuni di trascrivere matrimoni omosessuali celebrati all’estero

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“La famiglia è una cosa seria, un valore cardine su cui si fonda la nostra società, e lo è sia sul piano etico che per quanto riguarda le tutele materiali ed economiche: per questo è inaccettabile che si tenti di aggirare il dettato costituzionale, le leggi dello Stato e le sentenze della Consulta per cercare una scappatoia alla legalizzazione delle unioni gay”: così Carlo Costalli, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori (MCL), ha commentato la polemica in corso in queste ore contro la circolare del Viminale che annulla le trascrizioni di matrimoni omosessuali celebrati all’estero nei registri di alcuni Comuni d’Italia.

“L’Italia deve tornare ad essere un Paese serio: in questo senso non è ammissibile tollerare forzature provocatorie e strumentali né manipolazioni giuridiche il cui unico intento è stravolgere l’istituto familiare in favore di presunti diritti omosessuali e di coppie di fatto”, ha dichiarato ancora il leader del MCL.

“Lo Stato non può tollerare simili mistificazioni della realtà giuridica e istituzionale su cui si fonda la convivenza civile in un Paese democratico: per questo il MCL farà sentire forte la sua voce a difesa della famiglia fondata sul matrimonio fra persone di sesso diverso”, ha concluso Costalli.

Sulla questione è intervenuto anche Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari. “Neppure sulle cose che fondano la società si riesce a discutere senza inquinare tutto con ideologie e interessi di bottega – dichiara Belletti -. Che il bene ed il futuro della società passi per una famiglia solidale, coesa e fertile è un dato di fatto che pochi hanno il coraggio di contestare”. Il presidente del Forum osserva inoltre che “ad esigenze diverse di affettività si troveranno risposte diverse, ma le due cose non vanno mischiate. E le risposte si troveranno nella giusta sede, in Parlamento”.

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ZENIT Staff

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