Nella bellezza del creato, l'impronta del Creatore

Doppia presentazione a Roma per il volume “Il sorriso di tenerezza – Letture sulla custodia del creato” dell’architetto Paolo Portoghesi edito dalla Libreria Editrice Vaticana

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Doppia presentazione a Roma per il volume Il sorriso di tenerezza – Letture sulla custodia del creato dell’architetto Paolo Portoghesi, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana. Domani 13 novembre, alle ore 17, sarà presentato presso l’Accademia Nazionale di San Luca a Palazzo Carpegna (piazza dell’Accademia di San Luca, 77). All’incontro interverranno il cardinale Raffaele Farina, archivista e bibliotecario emerito di Santa Romana Chiesa,Vittorio Sgarbi, Giuseppe Pullara, giornalista de Il Corriere della sera, e il direttore della LEV don Giuseppe Costa.

Venerdì 14 novembre, alle ore 17.30, l’architetto Portoghesi dialogherà con il critico letterario Neria De Giovanni presso la Libreria internazionale Paolo VI di Via di Propaganda 4 a Roma, nell’ambito de “I Venerdì di Propaganda: temi e autori”.

L’opera “nasce dal desiderio di spingere il lettore a riconoscere nella bellezza del creato l’impronta del Creatore”, e insieme alle riflessioni dell’autore presenta una antologia di testi di ispirazione cristiana sul rispetto del creato. Il titolo si riferisce a una metafora di Simone Weil, secondo la quale il sorriso di Gesù risplende nelle bellezze della terra, ma richiama anche le parole di Papa Francesco, che più volte ha usato l’espressione “tenerezza”. “Il libro raccoglie scritti che appartengono a epoche diverse, lungo un percorso a ritroso di quasi tremila anni – spiega Portoghesi –. Vicini o lontani nel tempo, però, tutti sono di grande attualità perché riguardano il rapporto tra l’uomo e il creato in un periodo in cui alla cura e all’utilizzo equilibrato, si è sostituito lo sfruttamento e la rapina, con il risultato di far sì che ogni generazione lasci alla successiva un ambiente di vita peggiorato e impoverito”.

Certo, riconosce l’autore, “nel creato non c’è solo bellezza e armonia, ma ci sono anche conflitti, dissonanze, crudeltà e tanto dolore”. Ma “la gioia che si prova ammirando la bellezza del creato”, e questo è il filo conduttore del volume, “non avrebbe il senso profondo che ha, se non si leggesse in essa, insieme alla fragilità e alla grazia, l’imminenza del dolore (…) Dietro la complementarità di gioia e dolore si manifesta del resto il mistero della libertà dell’uomo, della sua capacità di scegliere e di decidere”. 

Il libro si articola in undici capitoli, a iniziare dall’Antico e dal Nuovo Testamento, quindi dal libro della Genesi ai Vangeli, poi la Patristica, con passaggi, tra gli altri, di San Clemente, Sant’Ilario di Poitiers ed Efrem il Siro, Cirillo e Basilio Magno, Ambrogio e Agostino, la cultura medioevale con Ildegarda di Bingen e Francesco d’Assisi, la cultura umanistica e della Riforma cattolica, con brani di Leon Battista Alberti e Marsilio Ficino, Pico della Mirandola e Ignazio di Loyola, Teresa d’Avila e Giovanni della Croce, il Romanticismo con Hölderlin, Novalis e Chateaubriand, la cultura moderna, da Dostoevskij a Bloy, Peguy, Rilke e Bernanos, Luzi e Turoldo, l’impegno del Concilio Vaticano II e degli ultimi Papi, da Pio XII a Francesco, con un approfondimento finale dedicato alla via pulchritudinis, in quanto la bellezza del creato rimane “per la cultura cristiana elemento chiave per avvicinarsi a Dio, per sentirne la presenza e comprenderne quindi l’amore dimostrato per l’uomo e per ogni altra creatura”.

I brani degli autori citati si alternano alle considerazioni dell’autore e a decine di foto che ritraggono animali, piante, paesaggi urbani e fenomeni naturali, realizzate dallo stesso Portoghesi, che ha progettato edifici in molte regioni italiane – dalla Grande Moschea di Roma al teatro di Catanzaro, dalla piazza Leon Battista Alberti di Rimini a chiese presso Salerno, Terni, Vicenza, Calcata, Castellaneta –, ma anche all’estero, come la reggia di re Hussein di Giordania, la Torre del Respiro a Shanghai, il quartiere turistico “Mar Azul” in Argentina.

Paolo Portoghesi vede la natura “come un grande libro da sfogliare, con appassionata dedizione, per rintracciare in ogni sua pagina l’impronta del Creatore – annota il cardinale Raffaele Farina nell’invito alla lettura –. È da questa propensione a vedere l’invisibile nel visibile che è nato questo libro che raccoglie le testimonianze dell’atteggiamento cristiano di fronte alla natura e quindi della volontà di custodirla come un dono prezioso utilizzandola per le necessità della vita, con amorosa gratitudine verso il Creatore”. Tenendo però presente la “differenza sostanziale tra l’uomo e le altre creature viventi – precisa Portoghesi – : l’uomo è il solo che, in quanto cosciente della sua condizione di abitante del pianeta, ha nei suoi confronti e nei confronti di tutti i suoi abitanti, precise responsabilità che non può condividere, anche se lo volesse, con nessuno dei suoi coinquilini”.

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ZENIT Staff

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