"La nostra meta è il Bene Comune" (Seconda parte)

Presentazione della II edizione della Scuola di Formazione Politica

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ROMA, lunedì, 19 novembre 2012 (ZENIT.org).– Riprendiamo la seconda parte della presentazione della seconda edizione della Scuola di Formazione Politica, promossa dal Movimento PER – Politica Etica Responsabilità. Il testo porta la firma dell’onorevole Olimpia Tarzia, presidente nazionale del Movimento PER. L’iniziativa si terrà presso la Pontificia Università Lateranense, da gennaio ad aprile 2013.

Per informazioni sul programma, modalità per l’ammissione ecc., si può cliccare sul seguente link: http://www.movimentoper.it/sfp-2013/

***

Usciamo da un lungo periodo caratterizzato da molte incertezze sul ruolo pubblico del cristianesimo e sulla natura della presenza dei cattolici in politica. È però tempo di superare queste incertezze, anche nell’ottica di una sana laicità, che non significa, ovviamente, autonomia dai principi etici. Ci sembra, infatti, giunto il tempo della responsabilità, della consapevolezza dell’importanza della presenza cattolica nel mondo politico, presenza che ne declini le parole fondanti: politica (valorizzando quegli ambienti come i gruppi, i movimenti, le associazioni), etica (con tutte le questioni implicate, quali quelle della vita, della famiglia e della libertà) e responsabilità (che richiama all’impegno personale).

Il cristianesimo deve avere una dimensione pubblica, deve poter dare un contributo significativo sull’organizzazione istituzionale, legislativa, economica della società, altrimenti tra cultura e politica, tra testimonianza di fede e impegno pubblico rimarrà sempre un divario insormontabile: ci si rinchiuderà in atteggiamenti intimistici, senza riuscire ad orientare nessuna azione pubblica nella comunità politica. Il diritto alla vita, alla libertà religiosa, i diritti della famiglia, l’identità umana dinanzi alle sfide della biotecnologia, il senso umano del nascere, del vivere e del morire sono valori da difendere e promuovere e per farlo i cristiani devono essere pronti ad assumersi impegni pubblici, istituzionali e politici, anche individuando nuove forme nella relazione tra politica e società e nell’organizzazione della partecipazione politica.

Del resto è evidente che non c’è rilevanza politica senza organizzazione politica: ecco il motivo di esistere del Movimento PER, che nasce da istanze culturali e antropologiche molto chiare e intende concretamente realizzarle nel tessuto politico e istituzionale del nostro Paese.

Ciò premesso, sono convinta che si possa formulare una proposta convincente ed inclusiva che crei consenso al di là del mondo cattolico attorno ai principi non negoziabili. È possibile e necessario un nuovo dialogo tra cristiani e laici, a patto che la laicità accetti di essere liberata dalla dittatura del relativismo. Dal magistero di Benedetto XVI emerge chiaramente che i diritti umani rischiano, senza il cristianesimo, di essere schiacciati sotto il peso della dittatura del relativismo.

Mi sembra di poter riassumere i principali elementi, che devono caratterizzare una ripresa dell’impegno dei cattolici in politica, nei seguenti temi: significato pubblico della fede cristiana, confronto serio con una laicità non ideologizzata, critica alla dittatura del relativismo, recupero e consapevolezza del concetto di legge morale naturale, rifiuto del bene comune inteso come minor male comune e della politica come compromesso al ribasso, rifiuto della ideologia della tecnica, liberazione dei temi dell’ambiente e della pace dal moralismo politico che spesso li strumentalizza, coerenza nell’impegno politico.

È necessario formare una nuova classe dirigente politica, scommettendo sui giovani, incoraggiandoli ad occuparsi del bene comune, a disporsi con atteggiamento di apertura verso il futuro, ad essere riferimenti affidabili per i loro coetanei e per le giovanissime generazioni, ad imparare ad esercitare un confronto politico rispettoso e costruttivo, ad opporsi ai compromessi, frutto di utilitarismo o debolezza di pensiero, a rafforzare il senso della legalità e delle Istituzioni, ad anteporre, sempre, il progetto culturale e la visione antropologica cristiana rispetto agli interessi di parte e di partito, a valorizzare la sussidiarietà e la solidarietà in termini di responsabilità ponendo l’attenzione allo sviluppo integrale della persona, a promuovere la libertà vera e totale intesa come  esercizio di doveri oltre che affermazione di diritti.

Investire in una nuova cultura politica significa anche combattere lo scoraggiamento, causa di un’inerzia accusatrice sempre degli altri, fautrice della passività, dell’immobilismo e del perpetuarsi dello status quo. Comune radice di questi atteggiamenti negativi e delle politiche distruttive è il relativismo etico che contraddistingue tanta parte della cultura contemporanea, che puntando alle differenze individuali ha progressivamente favorito la disgregazione sociale. Non manca chi ritiene che tale relativismo sia una condizione della democrazia, in quanto solo esso garantirebbe tolleranza, mentre le norme morali, considerate oggettive e vincolanti, porterebbero all’autoritarismo e all’intolleranza. Ma è proprio la problematica del rispetto della vita a mostrare quali equivoci e contraddizioni, accompagnati da terribili esiti pratici, si celino in questa posizione. Il valore della democrazia sta o cade con i valori che essa incarna e promuove e “alla base di questi valori non possono esservi provvisorie e mutevoli «maggioranze» di opinione, ma solo il riconoscimento di una legge morale obiettiva che, in quanto «legge naturale» iscritta nel cuore dell’uomo, è punto di riferimento normativo della stessa legge civile. Quando, per un tragico oscuramento della coscienza collettiva, lo scetticismo giungesse a porre in dubbio persino i principi fondamentali della legge morale, lo stesso ordinamento democratico sarebbe scosso nelle sue fondamenta, riducendosi a un puro meccanismo di regolazione empirica dei diversi e contrapposti interessi”. (Evangelium vitae, n. 70).

L’eredità cristiana dell’Italia offre validi orientamenti etici per la ricerca di un modello sociale che risponda adeguatamente alle esigenze di un’economia globalizzata e dei cambiamenti demografici, assicurando la crescita e lo sviluppo, la protezione della famiglia, l’uguaglianza delle opportunità per l’istruzione dei giovani e l’assistenza ai poveri. Il patrimonio cristiano può davvero contribuire in modo decisivo alla sconfitta di una cultura, largamente diffusa, che relega alla sfera privata e soggettiva la manifestazione delle proprie convinzioni religiose.

“Mentre incoraggiamo i cattolici impegnati in politica ad essere sempre coerenti con la fede che include ed eleva ogni istanza e valore veramente umani, vorrei che questa stagione contribuisse a far sorgere una generazione nuova di italiani e di cattolici che, pur nel travaglio della cultura odierna e attrezzandosi a stare sensatamente dentro ad essa, sentono la cosa pubblica come importante e alta, in quanto capace di segnare il destino di tutti, e per essa sono disposti a dare il meglio dei loro pensieri, dei loro progetti, dei loro giorni. Italiani e credenti che avvertono la responsabilità davanti a Dio come decisiva per l’agire politico” (Prolusione Card. Bagnasco al Consiglio Permanente CEI, gennaio 2010).

“L’importante è che i cattolici ci siano, siano sempre di più e siano sempre più preparati perché hanno un patrimonio grande da o rire a tutti per il bene comune” (Cardinal Bagnasco in occasione del Sinodo dei vescovi, 7 ottobre 2012).

Con la Scuola di Formazione Politica (SFP) il Movimento PER vuole contribuire alla sconfitta di una cultura, largamente diffusa, che relega alla sfera privata e soggettiva la manifestazione delle proprie convinzioni religiose, nella convinzione che per farlo bisogna investire nella formazione. Il cuore della formazione pol
itica che la SFP intende mettere in atto sta nel coniugare strettamente l’etica sociale con l’etica della vita, nell’“attrezzarsi culturalmente”, per contribuire a formare una cittadinanza consapevole e una classe dirigente politica competente, autorevole e responsabile. Vogliamo, in sintesi, dare il nostro contributo, affinché il “sogno di una nuova generazione di politici cattolici” diventi presto realtà.

On. Olimpia Tarzia
Presidente Nazionale Movimento PER
Politica Etica Responsabilità

[La prima parte del testo è stata pubblicata ieri, domenica 18 novembre]

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione