"In questi quattro giorni i giovani si sono sentiti protagonisti"

Una prima valutazione del Rettore della Lateranense del Primo Meeting Internazionale dei Giovani Cattolici per la Giustizia Sociale

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Pubblichiamo di seguito la prima valutazione del Rettore della Pontificia Università Lateranense, monsignor Enrico dal Covolo, del “First International Meeting of Young Catholics for Social Justice”, che si è svolto dal 20 al 24 presso l’Ateneo pontificio.

***

Ho vissuto nei giorni scorsi un’esperienza straordinaria.

Ve la voglio raccontare.

Ho accolto nella mia Università, per quattro giorni – dal 20 al 24 marzo –, un bel gruppo di ragazze e di ragazzi tra i venti e i trent’anni.

Ragazzi che provenivano dai cinque continenti, da ogni parte del mondo.

Ragazzi splendidi, di cui conserverò per sempre il ricordo nel mio cuore.

Non li conoscevo, per la massima parte, perché l’iniziativa è nata sulle piattaforme informatiche. Abbiamo convocato a Roma, in Laterano, cento ragazzi, che avessero qualche esperienza di animazione cristiana nel sociale e nel politico, perché si conoscessero e si confrontassero tra di loro.

Quando finalmente sono arrivati, la conoscenza, da virtuale, è diventata reale. Abbiamo dovuto sforare un po’ nei numeri. Siamo arrivati a centotrenta: le richieste erano infinite!

Che cosa abbiamo fatto in questi quattro giorni?

Beh, ci sono stati degli interventi notevolissimi, come quelli del Rettor Maggiore dei Salesiani, nono Successore di Don Bosco, e del Presidente di Caritas Internationalis; c’è stato un concerto rock di rara efficacia…, e tante  tante altre cose.

Ma soprattutto, mi pare, in questi quattro giorni i giovani si sono sentiti protagonisti, e hanno potuto dare il meglio di loro stessi.

Sono tornati a casa, nei cinque Continenti, carichi di entusiasmo e di idee nuove.

Che cosa ho maggiormente apprezzato in  questi ragazzi?

Ho apprezzato, certo, quello che è un tratto caratteristico di questi giovani venti-trentenni. La loro apertura affettuosa, la capacità di ascolto e di dialogo, l’assenza di barriere. Perfino le barriere linguistiche erano abbattute dai gesti fraterni, dalla volontà di comunicare.

Ma quello che ho apprezzato di più è stata la loro volontà di continuare.

Cioè la loro ferma decisione di non permettere che l’esperienza, il tesoro di esperienze e di relazioni accumulato in questi giorni, andassero dispersi.

Adesso vogliono costituire – attraverso le piattaforme informatiche – un Osservatorio Permanente dei giovani, per agire da protagonisti nel rinnovamento della società e della Chiesa.

Che cosa possiamo desiderare di meglio?

+ Enrico dal Covolo

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ZENIT Staff

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