Il lato sconosciuto del cardinale Stefan Wyszyński

Documenti dello Yad Vashem mostrano che quando era un giovane sacerdote il porporato curò e salvò molti ebrei perseguitati dai nazisti

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Ci sono i documenti dello Yad Vashem di Gerusalemme, ma anche il racconto di testimoni oculari a confermare il grande coraggio del cardinale Stefan Wyszyński, che da giovane sacerdote fu direttamente coinvolto nel salvataggio del popolo ebraico durante l’Olocausto.

Durante la seconda guerra mondiale, esattamente tra l’ottobre 1941 e il giugno 1942, padre Stefan Wyszynski si trovava a Zülow (Distretto di Krasnystaw) presso il Centro per aiuto ai ciechi, nel convento delle Suore Francescane di Laski. Era costretto a nascondersi per non essere preso dagli occupanti nazisti. 

A quel tempo il sacerdote era già impegnato nella cura pastorale per le persone che soggiornavano presso il Centro, per gli abitanti dei villaggi circostanti; insegnava in una scuola per bambini, sosteneva in segreto i soldati della dell’esercito nazionale Home Army AK e aiutava l’azienda agricola. Jadwiga Karwowska, una donna i cui genitori lavoravano presso il Centro di aiuto ai ciechi, ha raccontato della cura con cui padre Wyszyński aiutò una famiglia di ebrei composta da un papà e i suoi due figli, di nome Golda e Szmulek.

“Padre Wyszynski – ha raccontato Karwowska – veniva da noi costantemente, ogni notte, per aiutare questa famiglia ebrea che noi avevamo nascosto nel nostro attico. Ha aiutato mio padre a cancellare ogni traccia della scala che portava all’attico, così che non c’erano prove della presenza di qualcuno in soffitta. Le Suore Francescane, i sacerdoti e alcuni lavoratori del Centro di Zülow sapevano che Golda e Szmulka erano ebrei, ma nonostante il pericolo che correvano, hanno deciso di aiutarli”. 

Anche Esther Grinberg ha rivelato fatti precedentemente sconosciuti sulla grande opera di Wyszynski a favore del popolo ebraico. In una testimonianza raccolta dallo Yad Vashem di Gerusalemme, la donna rievoca la tragica storia della sua famiglia. Nata nel 1918 in Międzyrzec Podlaski, ha perso i genitori, il fratello e la sorella nell’Olocausto. E’ sopravvissuta grazie all’aiuto di molte persone che l’hanno nascosta e aiutata in vari luoghi, tra cui la capitale della Polonia, dove è arrivata nel 1943 durante la rivolta del ghetto di Varsavia. 

Nelle sue memorie, fa riferimento due volte al fatto che padre Stefan, che a quel tempo si trasferì da Zülow a Laski (nei pressi di Varsavia), era ben noto come il sacerdote che nella sua Chiesa incoraggiava i fedeli ad aiutare i profughi ed i perseguitati. Esther ha precisato che il prete, per ragioni di sicurezza, non specificava esattamente chi aiutare, ma tutti sapevano che intendeva specificatamente di aiutare i Giudei che in quel momento stavano fuggendo in maniera massiccia dal ghetto e cercavano rifugio nella parte non ebrea. 

Anni dopo, Wyszyński divenne vescovo di Lublino e Primate di Polonia. E’ sempre stato vicino alla gente di Laski, che si è particolarmente distinta per il dialogo ebraico-cattolico. I documenti e le testimonianze trovati recentemente allo Yad Vashem svelano quindi l’aiuto fornito al popolo ebraico da questo giovane sacerdote, un aspetto finora sconosciuto della vita di un cardinale considerato da tutti già in vita un grande uomo di fede.

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Paweł Rytel-Andrianik

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