Sono stati arrestati, pur non essendo criminali bensì genitori premurosi. È successo a Eslohe, piccolo comune della Renania Settentrionale-Vestfalia, in Germania. Loro figlia, una bambina che frequenta le scuole elementari, per due volte si è rifiutata di partecipare a corsi di educazione sessuale, sentendosi a disagio per via della delicatezza dei temi trattati. I genitori, i coniugi Martens, sono stati prima multati e poi hanno ricevuto un mandato d’arresto per aver contravvenuto all’obbligo di mandare la figlia a scuola.
Nei giorni scorsi un agente di polizia si è presentato sulla porta di casa per arrestare la madre, che è però riuscita a scampare il pericolo in quanto sta allattando l’ultimo nato dei suoi nove figli. L’anno scorso, per via della gravidanza, era già stato risparmiato a lei e al marito il freddo di una galera. La vicenda, tuttavia, come ha del resto confermato il poliziotto che è andato a notificare l’arresto (il video è qui), non finirà.
È per denunciare questa persecuzione che i coniugi Martens hanno deciso di renderla pubblica. In Germania sta suscitando un certo scalpore, benché non si tratti di un fatto senza precedenti. “Tantissime famiglie sono nella stessa situazione dei coniugi Martens in Germania”, dichiara a Tempi Mattia Ebert, sposato con quattro figli, che dopo esser venuto a conoscenza della vicenda dei Martens ha deciso di fondare a Colonia l’associazione Besorgte Eltern (“Genitori preoccupati”).
L’associazione persegue lo scopo di denunciare e contrastare l’avanzata nelle aule scolastiche della teoria del gender. Gli aderenti, che crescono esponenzialmente, per sollecitare il dibattito nell’opinione pubblica sono pronti a parlarne con i media e a scendere in strada, come del resto è già avvenuto nei mesi scorsi. Lo scandalo della vicenda Martens potrebbe accendere il dibattito su una realtà tutt’altro che marginale. Afferma Mattia Ebert a Tempi: “Alle cose non si dà il giusto peso: in Germania uno stupratore viene lasciato a piede libero se non era pregiudicato, mentre si rinchiudono in prigione i genitori onesti”.