Beato colui che vigila sul suo presente

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Vangelo

Lc 12,35-38

Lettura

Nella parabola di oggi viene messo in evidenza il compito della vigilanza; ciò che sorprende e ci aiuta ad approfondire il messaggio è che Gesù, per illustrare il suo insegnamento, si serve dell’immagine dei servi che attendono il padrone che ritorna dalle nozze. È evidenziata dunque l’attesa di partecipare ad una gioia che ha origine altrove, ma alla quale finalmente anche i servi della casa possono partecipare. Possiamo considerare questa immagine come un invito a pensare al futuro nostro, oltre la morte, con fiducia e serenità.

Meditazione

L’attesa è segnata dal fatto che il padrone non ritorna per imporre la sua volontà, e chiedere conto di un lavoro fatto per lui, ma addirittura viene a servire! È da notare lo “scambio” dei termini: i servi attendono il padrone «con le vesti strette ai fianchi», ma poco più avanti si dice del padrone che «si stringerà le vesti ai fianchi», li farà mettere a tavola. Dunque Lui, il Signore, passerà a servire i suoi servi. Tutto questo significa che Gesù vuol fare rilevare come la severità della vigilanza sia del tutto intrecciata con la positività dell’evento. È molto interessante e importante che il volto morale e sapienziale della vita cristiana sia qui tutto raccolto nell’immagine di questa attesa del Signore che viene. Il senso della vita è l’attesa di questo “ritorno”, che evidentemente è atteso perché è evento di salvezza e di gioia. Ma ricordiamo per di più che l’immagine di Gesù che serve è connessa con la Cena eucaristica. Il richiamo di questa tavolata nella quale il Signore si fa servo, la ritroveremo in Lc 22,24-27: «… chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve». Da ultimo il messaggio che ci giunge dal racconto, così come Gesù lo ha composto e l’evangelista lo ha raccolto, ci invita ad una vigilanza che non allenta l’attenzione, e anzi si fa più ardente nel momento in cui le condizioni esterne, e quelle interiori del servo/discepolo rendono più problematica la fedeltà e quindi l’attenzione ai propri impegni. Il Signore sa bene che il pericolo, sempre presente nella vita dei discepoli, è l’assuefazione alle grandi prospettive aperte dinanzi a noi dal Maestro.

Preghiera

Possa, o Signore, vivere il passare del tempo, e l’avvicinarsi del passaggio ultimo che segna la conclusione della mia vita, con la persuasione che tu mi prepari una festa, mi introduci alla gioia vera.

Agire

Vivo l’Eucaristia di oggi, o quella domenicale, con la persuasione che il Signore si fa mio servo, mi appresta il cibo buono e sostanzioso che rinnova la mia vita.

Meditazione a cura di mons. Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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