Al ristoro dei miti

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Nel leggere con stupore la vita di santa Caterina da Siena, non si può non restare colpiti dalla forza dello Spirito Santo che la attraversa. È “il Paraclito che abbiamo presso il Padre”, che opera in lei con forza invincibile. Convince alla fedeltà autorità religiose indecise, porta pace tra città rivali perché “siano in comunione gli uni gli altri”, converte omicidi incalliti con la dolcezza del sangue di Cristo, prepara nel suo cuore una dimora di Dio. È il prodigio che compie ogni cuore innamorato di Cristo, al di là delle nostre fragili forze. È una ragazza umile e “piccola”, che Dio, nella sua benevolenza, trasforma in tenace strumento di speranza per tutti. 

Meditazione

La mitezza guadagnerà quel mondo che Gesù ha vinto. Non c’è rivoluzione più necessaria da portare nel mondo d’oggi quanto la mitezza. Mite è chi affronta tutto con cuore e mani aperte, che va avanti fissando la meta baciata da Dio. Il mite veste l’abito del coraggio che non è prepotenza, indossa la corona della dolcezza che non tiene conto del male ricevuto, va alle radici del suo cuore. Egli è determinato perché ispirato, condotto da Dio. Il mite è chi assume come stile di vita e di relazioni la pazienza e il perdono. Ma che cos’è la mitezza di cui parla Gesù? È la sua fisionomia. Il Messia parla, infatti, di se stesso come “servo mite ed obbediente” da cui dobbiamo imparare a praticare la gioiosità dell’umiltà. Gesù si definisce umile di cuore, cioè totale nell’amore, nel servizio all’umanità. Lui, il sovrano dell’universo che si prostra sulle nostre miserie, riapre le porte della speranza, ci accompagna per mano, ci attira all’immensità della vita, ci aiuta a costruire sulla roccia la casa del nostra volontà. Chi è umile si china sui propri fratelli come su dei fiori delicati che hanno bisogno di gocce di ristoro per risplendere rigogliosi. È questo l’insegnamento determinante per la nostra vita. Da una vita verticale passiamo a quella orizzontale. Da una fede intimistica ad una fede che scopre nella persona “il luogo per eccellenza nel quale Dio va adorato”. Il mite sa che non basta amare Dio. Bisogna amare anche i fratelli per poter condividere il peso della sofferenza e sentirlo più leggero. Il riposo a cui Gesù ci vuole indirizzare è il riparo delle sue braccia, il balsamo delle sue carezze, la pace del suo sguardo quando ci scruta e ci benedice, anche se abbiamo sbagliato. 

Preghiera

«O Dio che in santa Caterina da Siena, ardente del tuo spirito di amore, hai unito la contemplazione del Cristo crocifisso ed il servizio della Chiesa, per sua intercessione concedi a noi tuoi fedeli, partecipi del mistero di Cristo, di esultare nella rivelazione della sua gloria. Amen» (dalla Liturgia). 

Agire

Sii operatrice ed operatore di pace, con lo stesso zelo ed entusiasmo di Caterina, in un’Italia che oggi, come ieri, ha bisogno di unità e di stima reciproca.

Meditazione del giorno a cura di monsignor GianCarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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