Corea del Sud: in 50 anni i cattolici sono aumentati dall'1% al 10% della popolazione totale

Nel paese asiatico si contano più di 4600 sacerdoti e 10mila religiosi

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Che la Chiesa Cattolica stia crescendo in Asia, è sempre più evidente. Esemplificativo, è in particolare, il caso della Corea del Sud. Nel 1949 si calcolava che la popolazione cattolica in questo paese fosse intorno all’1,1%, con appena 81 sacerdoti e 46 parrocchie. Appena dopo il Concilio Vaticano II, era al 2,5%. Oggi, a 50 anni di distanza, i cattolici sono il 10,3% della popolazione, i sacerdoti sono più di 4.600, i religiosi e le religiose oltre 10mila.

Le cifre sono state menzionate dal cardinale Ferdinando Filoni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in occasione del suo recente viaggio in Corea del Sud, tenutosi dal 30 settembre al 6 ottobre scorso. Il principale motivo della visita è stata la celebrazione del 50° anniversario della creazione della diocesi di Suwon, eretta il 7 ottobre 1963 da papa Paolo VI. Suffraganea della diocesi di Seoul, la diocesi di  Suwon ha oggi 7.563.969 cattolici, 198 parrocchie, 383 sacerdoti diocesani, 73 sacerdoti religiosi, 177 religiosi non sacerdoti, 1.433 religiose, 227 seminaristi maggiori.

Oltre a presiedere la celebrazione del Giubileo il 3 ottobre, il prefetto della Congregazione ha effettuato una visita di cortesia alla presidente coreana, Park Geun-hye, e, durante la sua permanenza, si è incontrato con i vescovi della Conferenza Episcopale Coreana, sacerdoti, religiosi, religiose, seminaristi e laici. Filoni si è anche recato al Santuario di Chonjiam, luogo d’origine della Chiesa coreana, dove si venerano le tombe dei primi cinque iniziatori dello studio della fede cattolica in Corea, e al Santuario dei martiri di Choltusan.

In concreto, nella diocesi di Suwon si contano 430 sacerdoti, un milione di cattolici e molte vocazioni. Il seminario di Suwon ospita attualmente 190 seminaristi, dei quali 40 provengono dalle diocesi vicine o dalla Cina. Inoltre, 1300 ragazzi in età scolare assistono a un corso di preparazione per entrare in seminario”, riferisce l’arcivescovo di Seoul, monsignor Andrew Yeom Soo-jung.

Sono i frutti di un lavoro pastorale iniziato 50 anni fa e caratterizzato da un costante impegno missionario. “Lo sforzo di evangelizzazione – ha detto monsignor Ri Iong-hoon – ha sperimentato un’espansione costante delle parrocchie che ora sono 202, con una media di 4000 cattolici ciascuna”.

Il cardinale Filoni in occasione di questo viaggio, ha ricordato le parole dell’enciclica Lumen fidei: “L’unità della fede è dunque quella di un organismo vivente, come ha ben rilevato il beato John Henry Newman quando enumerava, tra le note caratteristiche per distinguere la continuità della dottrina nel tempo, il suo potere di assimilare in sé tutto ciò che trova, nei diversi ambiti in cui si fa presente, nelle diverse culture che incontra, tutto purificando e portando alla sua migliore espressione” (LF 44-45).

Il porporato ha detto di aver incontrato in Corea “una dimensione quasi connaturale per la sua crescita, che attinge ai valori presenti, non mancando di elevarli a una integrità e a una perfezione anche più elevate”.

Dimensione che, ha spiegato il cardinale Filoni, si riflette anche “nelle relazioni intra-familiari, nelle relazioni tra generazioni, le relazioni sociali che, nella dottrina cattolica hanno come lievito la communio in tutta la sua ricchezza teologica e antropologica dei significati, la dimensione sulla naturale vicinanza della vita, il matrimonio, la morte, oltre alle virtù tipicamente ecclesiali come la povertà, l’obbedienza, la castità e la carità”.

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ZENIT Staff

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