"Colpo di coda" in Senato: divorzio breve anche con figli minori

Passa in commissione Giustizia del Senato un emendamento di un senatore Pd. Il Forum delle associazioni familiari: “Lo Stato non può rinunciare a tutelare i più piccoli”

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Procede speditamente in Parlamento l’iter per approvare il cosiddetto divorzio breve. È passato sotto silenzio o quasi l’emendamento, presentato ieri in commissione Giustizia del Senato da Giuseppe Cucca (Pd), che consente anche alle coppie di sposi che hanno minori o disabili a carico di separarsi o divorziare attraverso un accordo negoziato dagli avvocati.

Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari, osserva che “al divorzio breve e autogestito è riservata, nei lavori parlamentari, una corsia preferenziale quasi che i ritardi accumulati dai tribunali dipendano solo da dibattiti e sentenze di divorzio”.

Tuttavia, spiega il presidente del Forum che “non è così”. Poiché “si tratta di cause che nella gran parte dei casi si risolvono con sedute brevissime in aula. Quindi non sarà certo questo a ridurre l’arretrato giudiziario, ma in compenso verrà meno ogni controllo dello Stato nella persona del giudice, quasi che il matrimonio ed il suo fallimento siano fatti privati che non hanno alcun interesse e rilevanza per la società”.

Belletti commenta poi quello che chiama “colpo di coda” avvenuto ieri in commissione Giustizia del Senato. “Fin dall’inizio della discussione erano stati tenuti fuori dall’iter brevissimo ed autogestito i divorzi che coinvolgono figli minori o disabili – spiega -. L’intento di offrire una tutela almeno a loro era evidente. Se vogliamo poteva sembrare una foglia di fico, ma almeno lo Stato mostrava un interesse per i più piccoli e deboli”.

Ora invece, dopo appunto il “colpo di coda”, anche questo è venuto meno. “Anche in presenza di figli saranno gli avvocati ad occuparsi di tutto e saranno loro ad inviare la pratica al tribunale per una supervisione. Ma non erano così impegnati da poter assolvere ai compiti istituzionali?”.

L’augurio del Forum è “che la discussione in aula riporti un po’ di saggezza e di equilibrio al dibattito. Lo Stato deve sentirsi responsabile dei cittadini più deboli. In un eccesso di follia può infischiarsene della coesione matrimoniale ma quello che non può fare è rinunciare a tutelare i bambini”.

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ZENIT Staff

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