CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 24 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Il Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio, ormai prossimo alla sua conclusione, ha presentato questo venerdì un Messaggio al Popolo di Dio, per invitarlo a intraprendere un “viaggio spirituale”.
A presentare il testo è stato monsignor Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e Presidente della Commissione per il Messaggio dell’assise, che si è alternato nella lettura del documento con altri quattro Padri sinodali, che hanno letto in inglese, spagnolo, francese e tedesco.
La lettera si articola “in quattro tappe” per scoprire, vivere e annunciare la Parola; quattro itinerari “che dall’eterno e dall’infinito ci conducono fino alle nostre case e alle nostre città”.
Il viaggio, intessuto di figure bibliche e letterarie, comincia con la prima tappa, “La voce della Parola: la Rivelazione”. Presenta poi “Il Volto della Parola: Gesù Cristo”. Illustra quindi “La casa della Parola: la Chiesa”, per indicare infine “Le strade della Parola: la missione”.
La bozza del Messaggio era stata presentata da monsignor Ravasi davanti al Sinodo il 18 ottobre scorso. Il testo aveva da subito suscitato un largo consenso su due punti: la bellezza dello scritto e la sua eccessiva lunghezza.
Secondo quanto spiegato, questo venerdì, dallo stesso Ravasi prima di dare lettura della versione, negli ultimi giorni sono giunti 52 messaggi da diversi Padri sinodali nei quali si chiedeva di mantenere la redazione del Messaggio, e di apportare solamente dei piccoli ritocchi.
I prelati nelle loro note hanno espresso il desiderio di utilizzare il Messaggio per scrivere lettere pastorali, per i ritiri dei sacerdoti e per i corsi di catechisti.
Tuttavia, affinché il Messaggio potesse venir letto più agevolmente, l’Assemblea sinodale ha suggerito di pubblicare una versione ridotta, redatta da monsignor Ravasi in due pagine e che non ha carattere ufficiale, sebbene sia stata distribuita dalla Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi.
“In un testo con passione, con ‘pathos’ – ha riconosciuto monsignor Ravasi – l’approccio alla Parola di Dio deve essere caloroso, non solo esegetico o teologico”.
Parlando ai Padri sinodali, prima della lettura definitiva, il presule italiano ha fornito come chiave di lettura una citazione del filosofo danese dell’Ottocento Sören Kirkegaard: “Come un innamorato legge una lettera dell’amata, così devi metterti a leggere la Scrittura… La Bibbia è stata scritta per me”.
Il Messaggio è stato accolto da un applauso generale, che ha sancito l’approvazione da parte dell’Assemblea.
Tra le citazioni bibliche, il Messaggio riunisce i grandi temi che sono stati più volte dibattuti durante i lavori sinodali e che avranno un impatto diretto sulla vita della Chiesa dei prossimi anni.
“Il Cristianesimo è una religione che ha al centro una persona, Gesù Cristo, rivelatore del Padre – è scritto nel riassunto al Messaggio – . È lui che ci fa capire che anche le Scritture sono ‘carne’, cioè parole umane da comprendere e studiare nel loro modo di esprimersi, ma che custodiscono al loro interno la luce della verità divina che solo con lo Spirito Santo possiamo vivere e contemplare”.
Il testo supera il dualismo tra esegesi e teologia, e tra esegesi e Magistero, constatando che “la conoscenza esegetica deve, quindi, intrecciarsi indissolubilmente con la tradizione spirituale e teologica perché non venga spezzata l’unità divina e umana di Gesù Cristo e delle Scritture”.
Si incoraggia con vigore la catechesi, l’omelia – che deve avere un “linguaggio nitido, incisivo e sostanzioso” –, il legame intimo tra la Parola e l’Eucaristia, così come la “Lectio divina”, ovvero la lettura orante della Bibbia guidata dallo Spirito Santo.
L’ultima tappa sulla missione intende incoraggiare tutti i battezzati a farsi missionari della Parola, nei loro ambienti, nel dialogo con i credenti di altre religioni, e in particolare nel mondo della cultura e dell’arte dove la Bibbia è stato da sempre “il grande codice”.
Il messaggio conclude con un ringraziamento del Sinodo a “tutti gli studiosi, ai catechisti e agli altri servitori della Parola di Dio”, così come “ai nostri fratelli e alle nostre sorelle che sono perseguitati o che sono messi a morte a causa della Parola di Dio e della testimonianza che rendono al Signore”.