La Parola di Dio al centro

Della vita e dell’impegno apostolico delle Figlie di San Paolo

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di suor Antonietta Bruscato

CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 27 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Pubblichiamo l’articolo scritto per ZENIT da suor Antonietta Bruscato, superiora generale delle Figlie di San Paolo, uditrice nel Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio.

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Si è ormai conclusa la XII Assemblea ordinaria del Sinodo, sul tema: La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. Possiamo dire che è stata un’Assemblea sinodale di importanza eccezionale in quest’ora della vita della Chiesa e della nostra umanità, dopo il precedente Sinodo sull’Eucaristia e nel pieno dell’Anno Paolino. Non mancherà di suscitare un profondo rinnovamento ecclesiale e un nuovo slancio missionario, che partirà dall’ascolto della Parola e condurrà a far partecipi molti del dono che Dio ha fatto all’intera umanità.

    Le Figlie di San Paolo, e con esse tutta la Famiglia Paolina, durante queste intense giornate sinodali si sono sentite particolarmente partecipi e ricondotte al cuore del loro carisma che pone la Parola di Dio, cioè Cristo stesso comunicatore del Padre, al centro della vita e dell’impegno apostolico. Nella Parola esse trovano l’alimento quotidiano per lo spirito e dalla Parola traggono ispirazione e contenuto per ogni iniziativa di apostolato.

    Il beato Giacomo Alberione ha infatti fondato la Famiglia Paolina perché nella Chiesa ci fossero consacrati e consacrate che dedicassero ogni energia all’annuncio del Vangelo, in quella forma singolare e moderna che è la comunicazione: “Vi fu un tempo in cui egli ebbe nelle adorazioni una luce più chiara su una grande ricchezza che il Signore voleva concedere… la diffusione del Vangelo” (Abundantes divitiae gratiae suae 138).

    L’opera di don Alberione si è inserita nella linea del movimento biblico affermatosi all’inizio del secolo ventesimo, che ha inteso valorizzare gli elementi della Rivelazione e la Parola di Dio scritta: la Bibbia. Anche il Magistero si muoveva in questa direzione. Fin dal 1893 Leone XIII nell’Enciclica Providentissimus Deus aveva insistito sull’importanza della lettura e dello studio della Bibbia nella Chiesa intera. Sulla stessa linea si sono posti i successori, al cui insegnamento don Alberione costantemente si è ispirato, non cessando mai di raccomandare, soprattutto ai suoi figli e figlie: “Bisogna che vi facciate una legge di non tralasciare mai di leggere la Scrittura… Quando il Vangelo sarà portato sempre con noi e sarà praticato, allora il nostro progresso sarà evidente; allora l’Istituto farà grandi passi, allora noi compiremo la missione che Dio ci ha affidato nella Chiesa”.

    Sotto l’ impulso del loro Fondatore, le Figlie di San Paolo presenti in 52 paesi del mondo, fin dal 1915, anno della loro fondazione, si sono dedicate in vari modi a far conoscere la Parola di Dio, in collaborazione con tutte le realtà ecclesiali, perché le popolazioni anche più semplici potessero attingere alle Sacre Scritture, sentirsi parte della storia di Dio con gli uomini di tutti i tempi e scoprire la Lettera che Dio ha scritto per ognuno di noi. La lettera di un Padre non può essere che lettera d’amore e come tale va accolta perché portatrice di conforto e di speranza, e sprone a cercare le vie di Dio. Le Figlie di San Paolo si sono poste così, fin dagli inizi della loro storia, al servizio della Parola, per annunciarla in ogni forma e con ogni media, nell’areopago e nell’era della comunicazione globale, per comunicarla a tutti, invitare tutti a viverla per trasformare dal di dentro le persone, la famiglia, la società.

    Si sono moltiplicate negli anni le versioni integrali e parziali della Bibbia, curate in modo particolare dalla Società San Paolo, coinvolgendo un gran numero di studiosi, fino alla Nuovissima versione dai testi originali (definita “prestigiosa” dalla critica), pubblicata e ripubblicata in varie edizioni, e alle Edizioni Pastorali che hanno visto la luce in molteplici paesi e ci impegnano anche ai nostri giorni. Sarebbe praticamente impossibile indicarle tutte o anche solo in parte; come è impossibile elencare tutte le lingue nazionali e locali in cui la Bibbia e il Vangelo sono stati tradotti e il numero delle copie diffuse, che nel mondo raggiungono più di 70 milioni. Il Vangelo ha sempre costituito la punta di diamante per la missione paolina attraverso i media.

    Il testo sacro ha raggiunto (insieme a commenti e altri testi esplicativi e di informazione/formazione biblica spirituale, teologica e pastorale; insieme a versioni per categorie diverse, come fanciulli studenti e famiglie), quasi tutti i Paesi del mondo, anche dove le Figlie di San Paolo non sono stabilmente presenti. E con la carta stampata sono giunte immagini, poster, audiovisivi, filmati, programmi radiofonici e pagine in siti web, valorizzando le formidabili tecnologie del nostro tempo.

    Tra la molteplicità di iniziative, grande spazio ha avuto e ha tuttora la formazione e animazione biblica adattata alle culture, alle situazioni ed età, con testi e sussidi per lo studio e la lettura vitale e sapienziale, con corsi a diversi livelli, la Scuola biblica a distanza e altre attività culturali e pastorali, come le Missioni bibliche, le Feste del Vangelo, il Mese della Bibbia, i Gruppi di riflessione biblica, di lettura orante della Bibbia, ecc.

    Non possiamo, e nemmeno vogliamo, quantificare tutte queste iniziative, lasciando a Dio il compito di scriverlo nel libro della vita. È certo che il Sinodo non può che stimolare a un impegno sempre rinnovato, perché la Parola di Dio diventi anima della vita di tutti, cattedra e scuola di formazione umana, cristiana, sociale; prima e principale lettura per acquisire il pensiero di Dio; alimento della vita spirituale; parola eterna che dà senso alla vita, al nostro cercare risposte alle domande vecchie e nuove che interpellano la nostra umanità.

    Il Sinodo ci rivolge un nuovo invito a divenire tutti “missionari della Parola”, nei diversi ambienti, nel dialogo con i credenti di tutte le religioni e gli stessi non credenti, nel mondo della cultura e dell’arte; ci spinge a far correre la Parola sulle strade del mondo, sentendoci, come Paolo, “debitori del Vangelo” verso tutti.

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ZENIT Staff

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