Il Sinodo prosegue sulla scia della Conferenza di Aparecida

Intervista al Cardinale Odilo Scherer, Arcivescovo di San Paolo (Brasile)

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CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 30 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Il Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio è servito per procedere sulla via aperta dalla V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e del Caribe celebrata ad Aparecida (Brasile), spiega il Cardinale Odilo Scherer, Arcivescovo di San Paolo.

Il porporato, che è stato presidente delegato dell’assemblea episcopale svoltasi in Vaticano dal 5 al 26 ottobre, vede nel rapporto tra Aparecida e il Sinodo un filo conduttore e compie un bilancio. Questa è l’intervista che ha concesso a ZENIT.Che rapporto esiste tra il Sinodo della Parola e la Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano celebrata nel maggio 2007 ad Aparecida?

Cardinale Scherer: Noi Padri sinodali dell’America Latina siamo molto contenti perché nell’aula del Sinodo abbiamo visto un rapporto molto stretto tra il messaggio della Conferenza di Aparecida del maggio dell’anno scorso e il messaggio del Sinodo sulla Parola di Dio.

I due temi, quello dell’anno scorso ad Aparecida per l’America Latina e il Caribe – “Discepoli e missionari di Gesù Cristo perché i nostri popoli in Lui abbiano la vita” – e il tema di questo Sinodo – “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa” – sono molto vicini.

Prima di essere missionari è necessario non solo leggere la Bibbia, ma ascoltarla…

Cardinale Scherer: Per capire bene la Parola di Dio è importante diventare discepoli della Parola.

Nell’Antico Testamento troviamo alcune figure che ci aiutano a comprenderlo bene: ad esempio, si dice che Mosè era amico di Dio, e che Abramo, i profeti e i patriarchi erano amici di Dio, vale a dire l’amico capace di entrare nel cuore dell’amico, di comprenderlo e poi di entrare in sintonia con lui.

Questo stesso avvicinamento del discepolo si vede anche nel Nuovo Testamento. I discepoli sono coloro che sono aperti all’ascolto, che sono vicini, seguono Gesù, guardano, imparano e poi amano il Maestro e cercano di diventare suoi messaggeri per mettere in pratica ciò che hanno imparato e ascoltato.

Un altro esempio è Paolo – siamo nell’Anno Paolino –: prima perseguitava Gesù nella Chiesa e poi si è convertito e ha amato Gesù in modo tale da dare la vita per lui. Non ha tenuto conto né della sofferenza né di tutto ciò che ha perso in questo mondo, pur di non perdere mai Gesù Cristo.

E’ questo l’avvicinamento del discepolo che diventa missionario, ed è esattamente ciò che dobbiamo cercare di fare: leggendo e ascoltando la Parola di Dio, essere amici di Dio, discepoli della Parola per trasformarci poi in missionari della Parola.

Qual è il ruolo dei mezzi di comunicazione nella trasmissione della Parola di Dio?

Cardinale Scherer: Attualmente, i mezzi di comunicazione sono importantissimi per diffondere quasi qualsiasi cosa. Per questo vorremmo, e lo si è detto nell’aula del Sinodo, riuscire a far sì che i mezzi di comunicazione diffondano la Buona Novella, la buona notizia della Parola di Dio che porta gloria, speranza, luce, consolazione e indica a tutti il cammino giusto da percorrere.

I mezzi di comunicazione, siano stampati o in video, su Internet o in formati diversi, sono fondamentali per la diffusione della Parola di Dio.

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ZENIT Staff

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